Pisa, due detenuti evasi dal carcere. Mancavano le sentinelle

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

Due detenuti di nazionalità albanese sono evasi all’ora di pranzo dal carcere circondariale di Pisa. A darne notizia è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), secondo cui i detenuti avrebbero scavalcato prima il muro dei passeggi e poi quello di cinta. L’allarme antiscavalcamento sarebbe non funzionante da tempo, mentre – denuncia il segretario generale del Sappe, Donato Capece che parla di ”evasione annunciata” – a causa della carenza di organico tra la polizia penitenziaria non c’erano sentinelle a guardia delle mura di cinta.

Entrambi i due detenuti evasi non risultano condannati in via definitiva: uno era in carcere per rapina e l’altro per omicidio. Avrebbero scavalcato il muro di cinta del penitenziario all’ora di pranzo, con lenzuola annodate. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha aperto un’inchiesta interna e ha inviato a Pisa Francesco Cascini, il capo dell’ispettorato del Dap.

Che si tratti di ”evasione annunciata” – sostiene il Sappe – lo dimostra il fatto che nel carcere di Pisa ci sono 458 detenuti contro una capienza di circa 250 posti, mentre gli agenti penitenziari sono carenti di 80 unità (pari al 31% dell’organico regolamentare). ”Da tempo denunciamo le gravi criticità di Pisa – afferma Capece – ma nessuno ha provveduto, neanche con la recente assegnazione dell’ultimo corso. Anzi, in barba alle carenze di organico, sette agenti assegnati agli istituti della Toscana sono stati trasferiti, a partire dal primo settembre all’ufficio di vigilanza del ministero della Giustizia. Sollecitiamo l’ispettorato a fare chiarezza in proposito”.

Viste le ”gravissime criticita”, il Sappe arriva a chiedere persino il ”commissariamento del Dap”. Capece rende noto che per l’evasione di due detenuti avvenuta le settimane scorse dal carcere di Lecco, ”due agenti sono stati raggiunti da avviso di garanzia”. ”L’Amministrazione cerchi le responsabilità in capo ai propri vertici perché non e’ giusto che a pagare sia sempre l’anello piu’ debole del sistema, cioè l’agente. Non vorremmo che tra suicidi ed evasioni – conclude il sindacalista – fosse questo il sistema per deflazionare le carceri”.