Carla Fracci morta a 84 anni per un tumore, addio all’étoile “prima ballerina assoluta”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Maggio 2021 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Carla Fracci morta a 4 anni, addio all'étoile "prima ballerina assoluta"

Carla Fracci morta a 4 anni, addio all’étoile “prima ballerina assoluta” FOTO ANSA

E’ morta a 84 anni a causa di un tumore Carla Fracci, l’étoile della Scala era una della ballerine più importanti al mondo. Legata indissolubilmente alla Scala di Milano, la Fracci nella sua lunga carriera aveva portato la sua danza sui grandi palcoscenici internazionali. Questa mattina Il Corriere della Sera aveva dato la notizia delle gravi condizioni di salute in cui si trovava Carla Fracci.

La vita di Carla Fracci

Carla Fracci era nata a Milano il 20 agosto del 1936. Carla Fracci (nome di battesimo Carolina), era universalmente considerata come una delle più grandi ballerine del ‘900. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta. Di umili origini, suo padre Luigi Fracci era alpino sergente maggiore in Russia e sua madre Rocca Santina era operaia alla Innocenti di Milano. Sua sorella Marisa Fracci, è anch’essa ballerina di danza classica.

Con l’inizio della guerra Carla Fracci e la sua famiglia sfollarono presso la campagna di Volongo dalla nonna materna Argelide. Lì Carla vive un’infanzia felice circondata dalla natura, in cui si sentiva a suo agio trascorrendo le giornate in campagna e in compagnia dei cugini. Con l’inizio della scuola elementare si trasferisce dalla zia a Ca’ Rigata di Gazoldo degli Ippoliti, per poi fare ritorno a Milano.

Carla Fracci e il teatro

Spesso i suoi genitori la portavano con loro al Circolo ricreativo dell’azienda di trasporti di suo padre, e fu lì che alcuni amici dei suoi genitori notarono in lei uno spiccato senso del ritmo e li convinsero a farla provare l’audizione al Teatro alla Scala. Supera l’esame perché interessati al “suo bel faccino”, ma i primi anni furono duri perché Carla sentiva nostalgia degli spazi aperti in quell’ambiente rigido a cui fu difficile abituarsi nonostante i continui rimproveri della maestra, che la considerava ricca di doti ma svogliata. Fondamentale sarà l’incontro con Margot Fonteyn che permetterà a Carla Fracci di cogliere il senso di tutto quel lavoro, iniziando a sentire il teatro come “casa”.

Il matrimonio e la carriera da ballerina di Carla Fracci

Carla Fracci era sposata dal 1964 con il regista Beppe Menegatti, dal quale ha avuto un figlio, Francesco. Tra la fine degli anni cinquanta e durante gli anni settanta danza con alcune compagnie straniere, quali il London Festival Ballet, il Sadler’s Wells Ballet, ora noto come Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet.

La sua notorietà si lega alle interpretazioni di ruoli romantici e drammatici, quali Giselle, La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, Medea. Ha danzato con vari ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexander Godunov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu, Roberto Bolle. Eugenio Montale le dedicò una poesia, La danzatrice stanca, inserita nel Diario del ’71 e del ’72, uscito nel 1973. Alla fine degli anni ottanta dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli.

Gli anni 90 e 2000

Varie sono, negli anni successivi, le sue interpretazioni: Il pomeriggio di un fauno, Onegin, La vita di Maria, A.M.W. La bambola di Kokoschka, La primavera romana della signora Stone, quest’ultimo con la regia di Beppe Menegatti per citare le principali. Dal 1996 al 1997 dirige il corpo di ballo dell’Arena di Verona. Dal 1994 è membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1995 è presidente dell’associazione ambientalista Altritalia Ambiente e nel 2004 viene nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO.

Poi dal novembre del 2000 al luglio del 2010 Carla Fracci dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Ne segue il repertorio tradizionale e quello firmato da Sergej Djagilev per i Ballets Russes (da La sagra della primavera nella ricostruzione di Millicent Hodson a Shéhérazade, L’uccello di fuoco e Petruška nelle versioni di Andris Liepa). A quest’attività affianca la riproposta di balletti perduti e nuove creazioni sotto la direzione di Beppe Menegatti.