Bertolaso: “La casa di via Giulia? Grazie al cardinale Sepe”

Gudo Bertolaso

  

C’è un mistero nella vita di Guido Bertolaso, che non sembra essere stato rimarcato, un buco nero di parecchi mesi, tra la primavera avanzata e l’inverno del 2003, quando Bertolaso dovette lasciare la propria abitazione romana “per vicende personali”. Questo nuovo giallo, non giudiziario ma privato, emerge dall’inchiesta sull’altro vero giallo, questo giudiziario, su chi pagò l’affitto di un appaertamento occupato da Bertolaso per oltre un anno e mezzo a Roma.   

Il rispetto per la vita privata della gente certo deve fare schermo alla curiosità dei cronisti. Ma in qualunque paese civile più si sale in alto nella scala delle gerarchie politiche più il diritto alla vita privata diventa sempre più discutibile. Un uomo politico amministra i soldi  dei cittadini non per imposizione ma per libera scelta e deve essere in grado di rendere conto della sua vita privata perché da essa possono dipendere i suoi comprtamenti pubblici.   

Così era una volta anche in Italia, anche se negli ultimi anni, grazie a una legge sulla privacy un po’ disgraziata e un po’ malintesa, il diritto alla tutela della propria vita privata, sacrosanto per i cittadini normali, è diventato per i Vip, politici e non, una versione elegante del “fatevi i …fatti vostri” e “non disturbate il manovratore” dei bei tempi andati.Nel caso di Bertolaso, che si è assunto in cielo, dialoga con Dio e parla agli italiani come nemmeno Berlusconi o il Papa fanno, la vita privata è importante, perché da lui possono dipendere migliaia di vite e passano miliardi di euro. Lui lo sa tanto bene che non perde occasione per atteggiarsi a rimarcare quanto buon padre di famiglia lui sia, con moglie e figli senza neppure la scorta in pizzeria la domenica sera come un normale Vip che ha dato l’intera giornata off alla servitù. La vicenda dell’appartamento di via Giulia a Roma, di proprietà dell’Istituto vaticano per la Propaganda della fede cattolica (propaganda fide), che Bertolaso occupò tra il 2003 e il 2004, sta creando non pochi problemi giudiziari a Bertolaso, che è indagato per corruzione nell’inchiesta sullo scandalo per gli appalti della Protezione civile di cui lo stesso Bertolaso è capo supremo, assoluto e indiscusso. Un personaggio centrale dell’inchiesta, l’architetto Angelo Zampolini, legatissimo all’imprenditore Diego Anemone, il motore pensante della “cricca”, ha detto di avere pagato lui l’affitto di quell’appartamento, con i soldi di Anemone. Il terreno è molto scivoloso, al punto che martedì, dopo l’interrogatorio cui è stato sottoposto dagli investigatori a Perugia, Bertolaso ha sentito il bisogno di diffondere un comunicato, in cui dà la sua spiegazione. Così è emerso il mistero.  

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