Rubare l’iPod a un ragazzino non è una cosa di poco conto – come se si trattasse di uno scherzo un po’ spinto, ma pur sempre uno scherzo – ma un’azione ‘pesante’ che ha come conseguenza la condanna per rapina. Lo sottolinea la Cassazione confermando la pena a un anno e quattro mesi di reclusione, più 420 euro di euro di multa, nei confronti di un ventenne che aveva rubato un iPod a un ragazzino intimorendolo e facendosi consegnare l’apparecchio per ascoltare e scaricare la musica.
Senza successo, in Cassazione, Maurizio V. ha cercato di sostenere che la sua era stata una “semplice spacconata”, non certo una rapina. Ma la Suprema Corte non ha accolto questa tesi e, anzi, ha anche confermato il ‘no’ alla sospensione condizionale della pena dal momento che Maurizio V. aveva precedenti per droga e che la rapina dell’Ipod dimostrava “la tendenza dell’imputato alla violazione del precetto penale”. Elementi che non consentono di prevedere “per il futuro la possibilità che si astenga dal compiere altri reati”. Così è stato confermato dai supremi giudici – con la sentenza 25077 – il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano nel novembre 2009.