Consip, Luca Lotti e l’ex generale Tullio Del Sette rinviati a giudizio

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 - 16:11 OLTRE 6 MESI FA
Luca Lotti

Luca Lotti (Foto Ansa)

ROMA  –   L’ex ministro Luca Lotti e l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette sono stati rinviati a giudizio a Roma nell’ambito dell’indagine sul caso Consip. Lotti deve rispondere dell’accusa di favoreggiamento, mentre Del Sette di rivelazione del segreto d’ufficio. Prosciolto dalle accuse l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto. Il processo inizierà il prossimo 15 gennaio.

Sono stati rinviati a giudizio nell’ambito della stessa inchiesta anche l’imprenditore Carlo Russo, con l’ipotesi accusatoria di millantato credito, Filippo Vannoni per favoreggiamento e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamaccia per favoreggiamento, riferisce l’agenzia Ansa.

Scafarto, oggi prosciolto, era accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio. Accusa, quest’ultima, caduta anche per il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa, anch’egli prosciolto.

Il procedimento è legato al filone di indagine relativo alla fuga di notizie sul fascicolo che era stato avviato dai pm di Napoli sul maxiappalto Consip.

Scafarto: “E’ un giorno bellissimo”. Ma la Procura impugna il proscioglimento

“Sono contentissimo, perché c’è finalmente la parola fine su questa vicenda. Oggi è un giorno bellissimo, sin dal principio mi sono dichiarato estraneo a questa vicenda. Non guardo dietro, ma solo avanti”, le parole del maggiore dei carabinieri, Gian Paolo Scafarto, alla decisione del gup Clementina Forleo che lo ha prosciolto da tutte le accuse nell’ambito dell’indagine sulla vicenda Consip. Ma la Procura di Roma, scrive l’Ansa, impugnerà alla Corte d’Appello la sentenza di proscioglimento nei confronti di Scafarto e Sessa.

Lotti: “Dimostrerò la mia innocenza nei tribunali”

“Oggi, 3 ottobre 2019, il giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato’. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”, ha scritto in un lungo post su Facebook Lotti. 

Sul social l’ex fedelissimo di Matteo Renzi ha ricostruito i giorni dell’apertura dell’inchiesta nei suoi confronti: “La mattina del 23 dicembre 2016 ho letto la prima pagina del Fatto Quotidiano: il titolo d’apertura era “Indagato Lotti”. È così che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia, perché chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti. Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1.014 per l’esattezza”, ha scritto su Facebook.

“In questo lungo periodo il mio nome legato all’inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani (cui vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie e un numero incalcolabile di servizi televisivi). Sempre nello stesso periodo io ho rilasciato solo tre dichiarazioni, per confermare la mia innocenza e la mia fiducia nella giustizia: da un punto di vista della comunicazione è come tentare di fermare uno tsunami con l’ombrello. Ma da parte mia, sia chiaro, non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere il mostro in prima pagina senza assumersi nessuna responsabilità”, ha aggiunto. (Fonti: Ansa, Facebook)