Genova. Ipoteca illegale per 3000 €, Equitalia risarcisce i danni morali

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 17 Gennaio 2012 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Era convinto di aver saldato i conti con il Fisco nel 1995, 10 anni dopo l’Inps vuole altri 3 mila euro per interessi e more, poi Equitalia completa il lavoro ipotecandogli la casa. Ma alla fine c’è un giudice a Genova e per fortuna arriva la condanna per il Golia esattore e un risarcimento per  il Davide tartassato illegalmente per i danni morali subiti. Quando le insolvenze sono inferiori agli 8 mila euro, Equitalia non può, non ne ha diritto, pignorare alcunché, ma continua a farlo ignorando una sentenza della Corte di Cassazione e  le stesse disposizioni contenute nella Finanziaria. La storia è raccontata sulle cronaca locale del Secolo XIX.

“Io pagavo e non mi ribellavo mai. Se pensate di aver ragione rivolgetevi a una associazione di consumatori o a un avvocato”, è il consiglio dell’artigiano di Voltri Silvio Fragomeni, 57 anni, ora che si è visto indennizzare dal giudice di pace con 500 euro insieme alla liquidazione delle spese legali e all’eliminazione dell’ipoteca sulla casa. La sua piccola impresa di famiglia ha rischiato il fallimento, la disperata ricerca di una soluzione gli ha preso tutto il tempo, giornate rubate al lavoro. Con la spada di Damocle dell’ipoteca sulla testa: “In questi casi le banche smettono di concedere prestiti e leasing, non potevo nemmeno vendere la casa” tira ora un sospiro di sollievo.

La vicenda non è un caso isolato: sul tavolo del difensore civico provinciale giungono ogni anno le pratiche di 400 case pignorate, senza contare gli interventi su automobili e buste paga. E parliamo solo delle pratiche a conoscenza dei difensori civici. “Bisogna stare attenti, è un tema molto delicato: Equitalia è al centro di una pericolosissima campagna di violenza. Tuttavia, la realtà è che questo fenomeno è un dramma. Spesso c’è un eccesso di rigore nell’applicazione delle norme che può portare a esagerazioni” riconosce responsabilmente Pietro Gambolato il difensore civico di Genova. Ha ragione, nessi di causa ed effetto per giustificare i sempre più numerosi attentati alle sedi e agli uomini di Equitalia sono pericolosi oltre che immotivati. Solo la notte del 16 gennaio tre bombe sono state fatte pervenire, fortunatamente senza scoppiare, alla sede di Napoli e un manichino impiccato è stato trovato in quella di Roma.

L’eccesso di zelo, però, può rovinare le persone. Non si può pignorare una casa per un giorno di ritardo nel pagamento. E soprattutto non si possono commettere abusi, specie in nome dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, cioè dello Stato. I 3083 euro e 16 centesimi di saldo fra more e spese di procedura sono stati sottoposti all’attenzione del povero Fragomeni a dieci anni di distanza dalla prima contestazione, cui peraltro aveva fatto fronte. Non disponeva nemmeno più, materialmente, di tutta la documentazione necessaria. Pur di non incorrere in ulteriori sanzioni e per mettere la parola fine alla storia, si reca alla sede delll’Inps accordandosi su una rateizzazione. Ha appena finito di pagare la seconda rata che gli ipotecano l’abitazione in via Camozzini a Voltri e alcuni terreni che condivide con i parenti del paese natale di Bagnara Calabra. Non è finita: dopo attese e code infinite, estingue tutto il debito, ma Equitalia pretende altri 800 euro per cancellare l’ipoteca.

Quell’atto era illegittimo, ha stabilito il giudice. Ma 500 euro basteranno a risarcire la paura, la preoccupazione, il “lavoro” di star dietro a una pratica? Perlomeno, l’onore del povero Fragomeni, “nemico pubblico n° 1”, è salvo e senza ipoteche.