Incendio Pomezia, rischio amianto e diossina. Si indaga sulla Eco X

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Maggio 2017 - 18:48 OLTRE 6 MESI FA
Incendio Pomezia, rischio amianto e diossina. Si indaga sulla Eco X

Incendio Pomezia, rischio amianto e diossina. Si indaga sulla Eco X

POMEZIA – La Procura di Velletri indaga sulla regolarità dell’operato dell‘azienda “Eco X” di Pomezia nella quale è divampato il rogo di venerdì scorso. Gli inquirenti vogliono capire se delle fibre di amianto si siano liberate nell’aria. I dati arriveranno giovedì prossimo, nel frattempo, però, secondo quanto denunciato dall‘Osservatorio nazionale amianto (Ona) “più di 100 cittadini sono stati assistiti dall’unità di crisi costituita dall’Ona ed alcuni hanno già accusato malori”.

L‘Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio rassicura gli abitanti della zona, così come il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ma le analisi per verificare la eventuale presenza nell’aria di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e diossine sono ancora in corso. I risultati “saranno comunicati non appena disponibili”, fa sapere l’Arpa.

Venerdì e sabato scorsi, dopo l’incendio della Eco X, fa sapere sempre l’Arpa, i valori delle polveri sottili nell’aria “erano superiori ai limiti di legge ma comunque analoghi ai valori registrati nel centro di Roma in periodi invernali di particolare criticità”.

Ma secondo il direttore dell’Istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, Nicola Pirrone, “è probabile che ci possa essere stata una dispersione di microfibre di amianto nell’atmosfera”, vista la presenza di amianto incapsulato nelle coperture del tetto dell’azienda.

“Per avere però la certezza della presenza di amianto, sostanza cancerogena per l’uomo – sottolinea Perrone – è necessario che venga effettuato un monitoraggio atmosferico da parte dell’Arpa Lazio: mi aspetterei che già domattina (oggi per chi legge) si pubblicassero i primi dati certi in merito alla presenza o meno di fibre di amianto in atmosfera”.

Ad ogni modo, avverte Pirrone, “ritengo la situazione molto preoccupante e mi aspetto che l’incapsulamento dell’amianto presente nelle coperture del tetto non abbia resistito alle altissime temperature determinate dall’incendio”.

L’incapsulamento delle microfibre di amianto, spiega infatti l’esperto, “è realizzato con materiali isolanti, tipo cuscinetti che ‘racchiudono’ le fibre. Non si tratta però di materiali tali da poter resistere ad altissime temperature, quali quelle determinate da un incendio di questa portata”. In questo momento, afferma Pirrone, “è fondamentale il monitoraggio per la rilevazione di eventuali microfibre in atmosfera, al fine di poter dare le giuste indicazioni alla popolazione”. L’amianto è una sostanza cancerogena: “Se ne fosse provata la presenza in atmosfera – rileva lo specialista – si renderebbe necessario l’uso di mascherine nelle aree critiche”.