Inchiesta trans, video e droga: giornata intensa, inquirenti accelerano

Gli inquirenti della procura di Roma hanno impresso un ulteriore colpo di acceleratore all’inchiesta. Oggi sono tornati ad ascoltare Luciano Simeone, uno dei due uomini dell’Arma che fece irruzione in via Gradoli assieme al collega Carlo Tagliente.

Simeone ha spiegato di non essere stato lui a portare la droga nell’appartamento di via Gradoli, dove l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo era in compagnia di un trans. Il carabiniere ha parlato anche del filmato della serata: «Quel video l’ho girato io insieme a Tagliente e col suo cellulare», ha affermato l’uomo nel corso del confronto a Regina Coeli, durato oltre due ore, al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pubblico ministero Rodolfo Sabelli.

Di quel filmato fu montato un promo di poco meno di tre minuti (già acquisito dagli inquirenti), mentre la versione completa, destinata alla commercializzazione, incisa su un cd, secondo Simeone, fu consegnata a Cafasso e successivamente distrutta quando i carabinieri infedeli ebbero il sospetto di essere pedinati. Nelle scorse settimane gli investigatori hanno rinvenuto un cd spezzato il cui contenuto non è stato possibile individuare.

Gli inquirenti, comunque, continuano a dare la caccia a quel video. Ieri i carabinieri del Ros hanno effettuato una perquisizione nello studio dell’avvocato Marco Cinquegrana, difensore di Gianguerino Cafasso, deceduto per overdose il 12 settembre.

Nel corso della perquisizione gli inquirenti hanno proceduto all’acquisizione dell’hard disk del computer dell’avvocato e hanno effettuato la copia della memoria del pc portatile. Sempre ieri gli inquirenti hanno ascoltato Cinquegrana. L’avvocato era stato tirato in ballo da Simeone che, nel corso di un interrogatorio, ha sostenuto che Cafasso aveva consegnato a Cinquegrana una copia o l’originale del video.

Secondo Simeone, Cafasso conservava il video in una pen-drive. Dal canto suo l’avvocato ha confermato che Cafasso gli chiese di aiutarlo a piazzare il video e in particolare di metterlo in contatto con qualche giornalista. L’interesse degli inquirenti per il recupero del video integrale che immortala Marrazzo assieme a Natalie è legato alla necessità di verificare se, oltre a Marrazzo, Natalie, Tagliente e Simeone ci fossero altre persone nell’appartamento di via Gradoli e se la droga fosse già nell’abitazione.

Da ieri per la morte di Cafasso è iscritto nel registro degli indagati Nicola Testini, il cui legale, Valerio Spigarelli, annuncia «iniziative» e nuove «perizie» per chiarire quanto avvenuto nell’albergo Romulus di via Salaria il 12 settembre scorso dove in una stanza fu trovato il corpo di Cafasso.

Gli inquirenti sono convinti che Testini uccise il pusher con un mix mortale. E su questa droga, oltre che sull’anomalia di un carabiniere che rifornisce un pusher, si stanno incentrando le indagini della Procura per capire se la droga non fosse una ricompensa per ‘favori’ avuti e se non provenisse da partite sequestrate.

Del resto lo stesso gip che tenne in carcere Testini, il primo ad essere poi scarcerato, ricordò nel provvedimento «la pluriennale amicizia» tra il militare e il pusher.

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