P3, le intercettazioni tra Carboni e Lombardi e i politici possono essere usate: il Riesame “ribalta” la Cassazione

Le intercettazioni tra i faccendieri della P3 e i politici possono essere usate dai giudici che stanno indagando sulla vicenda. Lo sostiene il tribunale del riesame, che ha ribaltato la precedente decisione della Cassazione.

Come ha spiegato Lavinia Di Gianvito sul Corriere della Sera, al “centro della decisione” di non concedere la scarcerazione di Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, “c’è la questione delle intercettazioni con i parlamentari, su cui la Cassazione aveva annullato la precedente ordinanza per difetto di motivazione”. Invece adesso “il tribunale della libertà sostiene che le decine di telefonate tra gli indagati e Denis Verdini, Marcello Dell’Utri, Nicola Cosentino e Giacomo Caliendo sono utilizzabili”.

Appellandosi a tre sentenze della Consulta, ha sottolineato la Di Gianvito, “Gugliemo Muntoni (presidente del tribunale) “sostiene che quelle intercettazioni sono state «casuali» poiché non hanno avuto lo scopo «di acquisire indizi di reità nei confronti» dei deputati e dei senatori. Né conta il loro numero: «Il dato quantitativo — si legge nel provvedimento — si ridimensiona molto se comparato all’enorme numero di conversazioni intercettate a carico dell’associazione segreta»”.

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