Scuola, un liceale su tre non sa scrivere in italiano. Tra errori grammaticali e povertà di idee è emergenza nazionale

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA

Gli studenti delle scuole superiori non sanno scrivere in italiano. Il sospetto che la nostra lingua, soprattutto tra le nuove generazioni, si stia perdendo c’è sempre stato, ma ora a certificare il decadimento del livello di istruzione dei nostri ragazzi c’è il test Invalsi. L’ente che certifica il livello di preparazione degli studenti ha pubblicato il rapporto sugli esami di Stato, una ricerca condotta insieme con l’Accademia della Crusca su un campione di 545 studenti ed elaborata dall’Istat sulle prove dell’anno scolastico 2008-2009 (da non confondere con la prova inserita nell’esame di terza media).

I risultati sono quantomeno sconfortanti. Nella prova di italiano e in particolare nel tema, risultano «bocciati» il 36,1% dei ragazzi nei licei, il 69,4% negli istituti tecnici, e l’87% in quelli professionali. Se si aggiungono poi gli «appena sufficienti», le percentuali nei licei sfiorano l’80%, e nei tecnici e professionali sfondano quota 90.

I problemi manifestati dai ragazzi nell’uso della lingua sono di ogni tipo. Dagli errori grammaticali veri e propri (come uso improprio di tempi e modi verbali, salti di soggetto e concordanze sbagliate), alla poca flessibilità di usare il linguaggio. Gli studenti infatti utilizzano sempre la stessa struttura della frase, producendo così un testo che si ripete all’infinito. Non solo. Anche il lessico soffre di povertà: basti pensare che molti alunni dell’ultimo anno delle superiori non sanno la distinzione, ad esempio, tra “apportare” e “asportare”, “installare” e “instaurare”, “transizione” e “transazione”.

Avendo poche parole nel proprio vocabolario, gli studenti ricorrono spesso all’uso delle virgolette poiché non riescono a trovare il termine appropriato, adattando così una parola conosciuta ad un contesto differente. Ma le carenze non si fermano qui. Oltre ad avere problemi nella forma dell’esposizione, anche i contenuti sono alquanto scarsi: a mancare sono le idee. Così si ricorre a periodi a catena in cui si divaga, senza una gerarchia precisa degli argomenti, senza alcuna conclusione.

La prova Invalsi sottolinea poi le differenze, non nuove, di aree geografiche e di genere. In generale, si osserva che gli allievi del Centro-nord conseguono risultati significativamente più elevati rispetto a quelli del Sud. Nella prova di italiano, in tutte le sue componenti, le ragazze conseguono risultati più elevati di quelli dei ragazzi nelle regioni centro-settentrionali del Paese, mentre questa differenza non è statisticamente rilevante per il Sud.

«Dopo 13 anni di scuola ci troviamo davanti a ragazzi di un’estrema povertà dal punto di vista linguistico. La mia rabbia è constatare che non siamo riusciti a insegnare loro a scrivere», ha sottolineato alla Stampa la professoressa Elena Ugolini, del consiglio di indirizzo dell’Invalsi. In ogni caso, tra correttori automatici di Word, chat, sms e tesine scaricate da Internet, i giovani d’oggi utilizzano sempre meno non solo l’italiano ma anche la propria testa. Evviva la skuola!