Istat: "Le spese mediche possono far scivolare una famiglia in povertà"

ROMA – Basta la prescrizione di un esame diagnostico come una Tac o una mammografia per far saltare il bilancio economico di quelle famiglie definite dall'Istat come nuclei vulnerabili e vicini alla soglia di poverta'. Le spese sanitarie, nelle regioni italiane sottoposte a piano di rientro e piu' in generale del Centro-Sud Italia (fatta eccezione per Basilicata, Sardegna, Toscana ed Emilia Romagna), possono spostare l'ago della bilancia per gli italiani. Lo scenario che si presenta per questi nuclei familiari e' duplice:

''Il livello dei servizi sanitari erogati dalla Regione in cui si vive – afferma all'Ansa Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene dell'Universita' Cattolica di Roma – e le liste d'attesa della Regione stessa''.

Con questo scenario molte famiglie si trovano a dover scegliere, di fronte ad un'emergenza sanitaria ''se affrontare a proprio carico le spese – aggiunge Ricciardi – o rimandare le cure''. Ed e' quello che sta accadendo sempre piu' spesso sul fronte della prevenzione per esami come la mammografia, il pap-test o lo screening per il tumore del colon retto.

Un altro fronte sul quale le spese sanitarie sono rimandate e quello dell'ortodonzia.

''Anche nel ceto medio si cominciano a vedere bocche sdentate o anziani senza protesi dentarie – sottolinea Ricciardi – e questo e' il fenomeno tipico dell'impoverimento oppure non si sottopongono piu' i bambini alle cure dentarie''.

Il conto di questa anomalia sara' pagato in termini di salute dalle famiglie italiane nell'arco di un decennio per le quali ''si puo' prevedere che la salute e' destinata a peggiorare – rileva – o per mancanza di qualita' delle cure o per mancanza dei servizi stessi''.

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