L’Aquila, incidente all’asilo. Parla la donna dell’auto: “La marcia era inserita. Il freno a mano non lo ricordo”

Secondo il quotidiano Repubblica la donna dell'auto finita nel giardino di un asilo de L'Aquila avrebbe detto di essere "sicura di aver lasciato la marcia inserita".

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Maggio 2022 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA
L'Aquila, incidente all'asilo. Parla la donna dell'auto: "La marcia era inserita. Il freno a mano non lo ricordo"

L’Aquila, incidente all’asilo. Parla la donna dell’auto: “La marcia era inserita. Il freno a mano non lo ricordo” (foto Ansa)

“Sono sicura di aver lasciato la marcia inserita. Il freno a mano non lo ricordo”. Questo avrebbe detto, lo riporta Repubblica, la donna della macchina che è finita nel giardino di un asilo a Pile, L’Aquila, provocando la morte di un bimbo di 4 anni e il ferimento di altri cinque.

La donna, una 38enne di origini bulgare, secondo le prime ricostruzioni aveva parcheggiato la macchina con a bordo il figlio 12enne per andare a riprendere i suoi due gemellini di cinque anni.

Cosa avrebbe detto il 12enne dopo l’incidente

Un altro quotidiano, questa volta è Il Messaggero, riporta una frase che sarebbe stata pronunciata dal figlio 12enne della donna in lacrime poco dopo l’incidente: “L’ho ucciso io, l’ho ucciso io’, avrebbe detto il ragazzo lasciando intendere di avere delle responsabilità dirette nell’incidente.

Una versione che, riporta sempre il giornale, sarebbe confermata anche da altri testimoni che avrebbero riferito di aver visto il ragazzino al posto di guida tentare di muovere il volante della Passat mentre si avvicinava al cancello dell’asilo. Ovviamente per ora sono solo ricostruzioni e ipotesi che andranno poi valutare e provate dagli investigatori.

Le parole della zia del bimbo morto

“Era il mio piccolo Amore – racconta la zia del bambino morto nell’incidente -. Una personcina particolare speciale. Forse troppo delicato per questo mondo. Un bambino sensibile, empatico. Un puro, non perché tutti i bambini non lo siano, ma perché lui lo era per davvero”.