Madoff Parioli, 4 anni e 6 mesi a Lande. Condannati anche compagna e fratello

Pubblicato il 30 Maggio 2012 - 18:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 30 MAG – Il gup del tribunale di Roma ha condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione Gianfranco Lande, il “Madoff dei Parioli”, in relazione alla bancarotta della società “Egp France”. Condannati anche la compagna di Lande, Raffaella Raspi (2 anni) e li fratello di quest’ultima, Andrea (2 anni). E’ la prima condanna inflitta a Lande.

Al centro del procedimento, svolto con rito abbreviato, un crack di non meno di 225 milioni di euro. I tre imputati rispondevano di bancarotta fraudolenta aggravata. Il gup Annamaria Fattori ha disposto, inoltre, il risarcimento in separata sede nei confronti della curatela e del fondo garanzia della Egp France. Nei confronti di Lande il pm Luca Tescaroli aveva sollecitato una condanna a 8 anni.

Per la truffa da oltre 300 milioni di euro ai danni di vip attribuita dalla Procura al gruppo di operatori finanziari che facevano capo a Lande, sono già stati condannati il 10 marzo scorso, previo patteggiamento, sia Raffaella Raspi (tre anni e quattro mesi di reclusione) sia il fratello Andrea (due anni e otto mesi), i due si trovano attualmente agli arresti domiciliari. Il Madoff dei Parioli viene invece giudicato con il rito ordinario ed il processo è tuttora in corso davanti alla IX sezione penale del tribunale capitolino.

”Speravamo nell’assoluzione, c’erano tutti gli elementi per affermare che i beni presuntivamente distratti non sono mai entrati nella Egp France. Aspettiamo le motivazioni della sentenza, il dato certo è il ridimensionamento della ipotesi fantasiosa dell’accusa che per noi rappresenta il primo passo per puntare all’assoluzione di Lande”. Così i difensori di Gianfranco Lande, gli avvocati Salvatore Sciullo e Susanna Carraro, hanno commentato la sentenza del gup di Roma.  Dal canto loro i legali di parte civile, Francesco Isolabella e Giovanna Corrias Lucente hanno affermato che con questa decisione ”il giudice ha riconosciuto la fondatezza dell’accusa di bancarotta documentale e soprattutto patrimoniale per la quale gli imputati si sono impossessati dei beni dei clienti per scopri impropri”.