Massimo Bossetti: i Ris a casa sua cercano tracce sui vestiti, nel lavandino

Massimo Bossetti: i Ris a casa sua cercano tracce sui vestiti, nel lavandino
Massimo Bossetti: i Ris a casa sua cercano tracce sui vestiti, nel lavandino

BERGAMO – Tracce di sangue, tracce di Yara, sui vestiti di Massimo Bossetti, ma anche nel lavandino o nella doccia. Nei posti cioè dove potrebbe essersi lavato se fosse davvero lui l’assassino della ginnasta di Brembate. E’ un’operazione quasi disperata a distanza di 4 anni, ma non fantascientifica visto che i Ris, il reparto scientifico dei carabinieri, sono già stati in casa Bossetti con il Luminol. C’è inoltre molta attenzione sugli arnesi del suo lavoro sequestrati:

“Non sono presenti lesioni tipicamente di difesa – scrive il gip citando i risultati dell’autopsia – Per ciò che riguarda il mezzo produttivo delle lesioni da arma bianca, trattasi di strumento da punta e taglio, con spessore della lama minimo di 0,2 mm, lunghezza, di almeno 2 cm, con possibile copertura in titanio, che per le caratteristiche rilevate è meno probabile trattarsi di un taglierino (cutter) ma piuttosto di un coltello”.

Per trovare tracce organiche utili saranno analizzati anche i due mezzi di Bossetti, l’auto e l’autocarro usato per il lavoro. Quello a bordo del quale passava davanti al centro sportivo di Brembate di Sopra, da dove scomparve Yara quel pomeriggio del 26 novembre del 2010. E l’accusa continua a lavorare: gli inquirenti hanno già fatto sapere di poter procedere nuovamente all’esame del Dna. Ovvero quelle tracce dell’assassino trovate sui leggings di Yara che portarono a Ignoto 1 già nel 2011, colui che una settimana fa si è scoperto essere Massimo Bossetti. Il materiale, repertato nel 2011 quando venne trovato il corpo, è molto deperito, ma ce n’è comunque a sufficienza per ripetere il testa del Dna, cosa che potrebbe rivelarsi determinante nel dibattimento. Intanto la procura sta valutando l’ipotesi di chiedere il rito immediato: si tratta di un giudizio dai tempi più stringati che il pm può chiedere al giudice in caso di prove molto fondate a carico dell’imputato, e questo fa capire quanto gli inquirenti si sentano sicuri nel formulare le accuse contro Massimo Bossetti il quale continua a dichiararsi del tutto estraneo all’assassinio.

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