La strada di Montalbano a rischio frane: il mare e la burocrazia si mangiano la statale 640

di Dini Casali
Pubblicato il 18 Marzo 2019 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
La strada di Montalbano a rischio frane: il mare e la burocrazia si mangiano la statale 640

La strada di Montalbano a rischio frane: il mare e la burocrazia si mangiano la statale 640 (foto Mare Amico)

ROMA – Il mare e la burocrazia si stanno mangiando la “strada degli scrittori”, alla lettera: il tratto della Statale 640, che costeggia i luoghi resi famosi dal Commissario Montalbano in tv e  che collega Porto Empedocle ad Agrigento è punteggiata di crateri corrispondenti ad altrettanti crolli per colpa delle mareggiate e dell’azione erosiva continua, mentre la ditta Cmc di Ravenna che si è aggiudicata gli appalti per la ristrutturazione ha scelto il concordato preventivo per gestire il fallimento.

Risultato, la strada sta scomparendo, i lavori sono bloccati, la soluzione resta finora un miraggio. I cantieri sono stati fermi almeno 5 mesi, prima di riprendere a singhiozzo a fine febbraio, sul posto sono giunti qualche giorno fa il premier Conte e il ministro per le Infrastrutture Toninelli, soprattutto dopo le proteste di residenti, Regione, vescovo ecc… Annunciando il provvedimento cosiddetto “sblocca-cantieri”, il presidente del Consiglio ha addirittura dichiarato che “non la Tav è opera strategica ma la Statale 640”, impegnando il governo a far terminare i lavori del collegamento Agrigento-Caltanissetta entro giugno 2020.

Su questo tratto di costa è nato Pirandello, qui la Rai ha ambientato gli scenari dei romanzi di Camilleri per la fiction del Commissario Montalbano. Critica con il governo è invece Giusi Bartolozzi, deputata di Forza Italia: “Il governo la smetta di mentire agli italiani. Il premier Conte ed il ministro Toninelli stamani si sono recati in Sicilia per verificare il cantiere dei lavori sulla strada statale 640 che collega Porto Empedocle allo svincolo di Caltanissetta, dichiarando che il Governo starebbe facendo di tutto per sbloccare le opere. Nulla di più falso, tanto che non riusciamo a comprendere in quale direzione stiano operando”. (fonte La Sicilia)