Nicole Di Pietro, neonata morta: nata la sorellina Victoria

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Gennaio 2016 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA
Nicole Di Pietro, neonata morta: nata la sorellina Victoria

(Foto d’archivio)

CATANIA – Dopo il dolore per la perdita di Nicole, la gioia per la nascita di Victoria Maria. Si chiama così la seconda figlia di Tania Laura Egitto, che il 12 febbraio del 2015 perse la sua prima figlioletta, Nicole Di Pietro, morta poche ore dopo la nascita avvenuta nella clinica Gibiino mentre veniva portata in ambulanza a Ragusa.

L’annuncio della nascita di Victoria Maria è stato dato dalla zia di Nicole, Erika Eliana Egitto, che in un post sulla pagina Facebook “Il girotondo di Nicole” ha scritto:

“E’ nata la nostra Victoria Maria. Oggi ha vinto l’amore, presto anche la giustizia. Sei l’amore più prezioso, vita, felicità, rinascita. Sei tutto”.

Sono sei le persone indagate dalla Procura di Catania per la morte della piccola Nicole: la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale e l’anestesista Giovanni Gibiino sono accusati di omicidio colposo; l’ostetrica Valentina Spanò di false attestazioni; il direttore sanitario Danilo Audibert e l’infermiere professionale Fabrizio Paglia di favoreggiamento personale. 

Alla ginecologa Palermo, al neonatologo Di Pasquale e all’anestesista Gibiino è contestato l’omicidio colposo per “aver cagionato, con condotte gravemente colpose, attive ed omissive, il decesso della neonata”. Secondo la Procura, infatti,

“Da un lato, nella fase precedente al parto, la ginecologa non avrebbe proseguito il doveroso e accurato monitoraggio del feto durante il travaglio che avrebbe consentito di prevenire la sofferenza fetale poi verificatasi ricorrendo ad un parto cesareo d’urgenza; dall’altro lato, dopo la nascita di Nicole Di Pietro, il neonatologo e l’anestesista avrebbero eseguito manovre rianimatorie inadeguate, aggravando così la sofferenza respiratoria della neonata fino al suo decesso, avvenuto per arresto irreversibile delle funzioni vitali consecutivo a grave sofferenza acuta fetale”.

Ai tre medici è contestato anche il reato di falso ideologico.