“Non voglio che operino mio figlio e lo porto via”, ma è sottrazione di minore

Pubblicato il 31 Marzo 2010 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

Non è servito, in Cassazione, l’escamotage usato da un padre separato e molto conflittuale con la ex compagna tanto da sottrarle il figlio minore, a lei affidato, con la scusa che era contrario a un intervento chirurgico al quale il ragazzino doveva sottoporsi.

La Suprema corte, infatti, ha annullato l’assoluzione accordata a Umberto N. sia in primo che in secondo grado osservando che “la sottrazione del minore alla madre non è giustificata dalla necessità di evitargli un intervento chirurgico ritenuto pericoloso e superfluo, essendo sufficiente la semplice negazione del consenso per non effettuare l’operazione”.

I medici aveva chiesto l’autorizzazione anche al padre senza ricevere risposta. I supremi giudici aggiungono che i motivi della sottrazione sono stati ben altri e non legati alla preoccupazione per la salute del figlio. Ora Umberto N. sarà nuovamente processato dalla Corte di Appello di Bologna.