Omicidio Meredith Kercher, domani testimonia Mario Alessi

Pubblicato il 17 Giugno 2011 - 17:22 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA – Nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher domani e’ il giorno della testimonianza di Mario Alessi. Il muratore condannato all’ergastolo per avere rapito e ucciso Tommaso Onofri che ha sostenuto di avere appreso da Rudy Guede dell’estraneita’ dei due imputati al delitto compiuto a Perugia in una villetta di via della Pergola.

Oltre a quella di Alessi sono previste le deposizioni di tre detenuti che erano in cella con lui e del collaboratore di giustizia Luciano Aviello, il quale ha accusato dell’omicidio Kercher il fratello venendo pero’ indagato per calunnia dalla procura di Perugia. Testimonianze chieste alla Corte d’assise d’appello dalle difese di Sollecito e della Knox che si proclamano estranei alla morte della studentessa inglese. Chiedendo di essere assolti dopo essere stati condannati in primo grado a 25 e 26 anni di reclusione che stanno scontando da detenuti.

Alessi, la cui deposizione e’ stata raccolta dalla difesa Sollecito, ha sostenuto di avere appreso da Guede (definitivamente condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio Kercher) che il delitto venne compiuto da un suo amico dopo un tentativo di violenza sessuale al quale la studentessa inglese cerco’ di resistere. Uccisa ”perche’ se no questa… ci fa marcire in carcere” le parole del presunto assassino riferite da Guede e raccolte da Alessi nel carcere di Viterbo dove entrambi sono stati per un periodo detenuti. Chi fosse il presunto omicida pero’ – secondo il muratore – l’ivoriano non lo disse. Particolari dei quali sarebbero stati a conoscenza anche altri tre detenuti che erano in cella con Alessi. Anche loro chiamati in aula domani. Ai legali di Sollecito, Alessi ha spiegato di avere deciso di parlare ”per aiutare due ragazzi estranei all’omicidio”.

Una versione comunque gia’ completamente smentita da Guede. Questi e’ stato infatti sentito nel marzo del 2010 dai pm perugini Manuela Comodi e Giuliano Mignini. ”Non ho mai fatto confidenze ad Alessi e non ho mai parlato con lui delle mie vicende processuali” ha detto l’ivoriano ai magistrati. E’ quindi probabile che il giovane ivoriano venga successivamente sentito a sua volta dalla Corte d’assise d’appello.

La testimonianza di Aviello e’ stata invece chiesta dalla difesa Knox. Il collaboratore di giustizia ha accusato dell’omicidio Kercher il fratello. E’ stato pero’ indagato dalla procura perugina per calunnia ai danni del congiunto e il 10 dicembre la sua cella, in un carcere del nord Italia, e’ stata perquisita per disposizione dei pm del capoluogo umbro.

Il processo d’appello a Sollecito e alla Knox si avvia comunque verso le fasi decisive. Entro il 30 giugno dovranno infatti depositare le loro conclusioni gli esperti incaricati dai giudici di una perizia sulle tracce di Dna isolate dalla polizia scientifica sul coltello sequestrato in casa di Sollecito e indicato come l’arma del delitto, con il codice genetico della vittima e della Knox, e sul gancetto del reggiseno indossato dalla studentessa inglese, della stessa giovane misto a quello del giovane pugliese. I periti, dopo avere stabilito che non e’ possibile ripetere le analisi, sono stati chiamati a valutare ”il grado di attendibilita’ degli accertamenti genetici eseguiti dalla polizia scientifica”, anche con riferimento ”ad eventuali contaminazioni” ipotizzate dalle difese degli imputati e sempre negate dagli investigatori.

Proprio dalla risposta a questo quesito posto dalla Corte e’ probabile che dipenda in gran parte l’esito del processo d’appello a Sollecito e alla Knox.