Operativo nuovo Daspo di gruppo. Recidivi, fino a 8 anni lontani dallo stadio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2014 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA
Operativo nuovo Daspo di gruppo. Recidivi, fino a 8 anni lontani dallo stadio

Operativo nuovo Daspo di gruppo. Recidivi, fino a 8 anni lontani dallo stadio

ROMA – Operativo nuovo Daspo di gruppo. Recidivi, fino a 8 anni lontani dallo stadio. Divieto di accesso agli stadi fino ad otto anni in caso di comportamenti violenti, Daspo preventivo e “di gruppo”, allargato ai reati di ordine pubblico, obbligo di firma per i recidivi, fino a 9 anni di carcere per la frode sportiva, potere al ministro dell’Interno di vietare per due anni le trasferte: il decreto del Governo è operativo, è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale in vista dell’inizio del campionato (sabato ore 18, Chievo-Juventus).

La morte del tifoso del Napoli Ciro Esposito ha sicuramente dato l’impulso decisivo per rafforzare le misure di repressione e prevenzione della violenza negli stadi.  In primo luogo è stato inasprito il Daspo, il provvedimento di divieto di accesso agli stadi che viene innalzato fino ad un massimo di 8 anni e riguarda anche chi innalza striscioni, scritte e immagini incitanti alla violenza. Viene inoltre previsto il divieto “di gruppo” – non inferiore a 3 anni “per coloro che ne assumono la direzione” – e allargata la platea dei reati per i quali scatta il divieto, vale a dire i “delitti contro l’ordine pubblico e i delitti di comune pericolo mediante violenza”.

In caso di recidiva, poi, la durata minima del Daspo viene portata a cinque anni e quella massima a otto. Ai “daspati” recidivi potrà applicarsi la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, estendendo nei loro confronti una disciplina riservata finora agli indiziati di appartenere a organizzazioni di tipo mafioso o terroristico. […] L’arresto differito in flagranza di reato (in presenza di immagini televisive) fino a 48 ore, ora legato essenzialmente agli scontri verificatisi dentro e fuori dagli stadi, viene ammesso anche ai casi di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa. (Marco Bellinazzo, Sole 24 Ore)