Ponza, il mare nelle mani della camorra

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA

LATINA – La fruttuosa gestione dei pontili, degli ormeggi, delle concessioni, degli appalti, delle attività commerciali dell’isola di Ponza. Tutto questo sarebbe stato saldamente in mano alla camorra: è la conclusione a cui è arrivata l’indagine dei carabinieri avviata nel 2009 e che ha portato all’iscrizione di 30 persone nel registro degli indagati. Tra questi anche amministratori comunali, gestori dei pontili e rappresentanti delle forze dell’ordine. Anche un familiare del defunto boss dei Casalesi, Antonio Bardellino.

L’indagine denominata Ponza Nostra, è iniziata dopo il pestaggio di un avvocato di Formia, aggredito nel suo studio due anni fa. Le ipotesi di reato vanno dalla corruzione alla concussione, dal falso in atto pubblico all’abuso d’ufficio.

Alcuni episodi dei mesi scorsi raccontano le infiltrazioni dei clan nell’isola pontina. Nel maggio 2010 si verificò un incendio che distrusse l’attività di rimessaggio barche di proprietà del fratello del sindaco, nella zona di Campo Inglese. Ad agosto, sempre nel 2010, un altro incendio distrusse un deposito di attrezzature subacquee vicino al porto e a settembre fiamme in un chiosco bar alle piscine naturali.