Rossella Stucchi, debito Equitalia da 87mila a 11mila € grazie a norma Monti

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2015 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
Rossella Stucchi, debito Equitalia da 87mila a 11mila € grazie a norma Monti

Rossella Stucchi, debito Equitalia da 87mila a 11mila € grazie a norma Monti

MILANO – Dopo 13 anni Rossella Stucchi ha vinto la sua battaglia contro Equitalia. Il tribunale di Busto Arsizio le ha ha infatti ridotto il debito da 87mila a 11 mila euro grazie a una norma varata dal governo Monti.

La legge del 2012 regola la “Composizione della crisi da sovraindebitamento” ed è rivolta a coloro i quali non sono soggetti a fallimento come i privati cittadini e i professionisti.

Il Corriere della Sera riassume così il contenuto della norma:

“La norma è stata emanata dal governo Monti, e poi ritoccata dal governo Letta, per aiutare consumatori e piccoli imprenditori in difficoltà che a causa della crisi economica non riescono più a far fronte ai debiti. Il consumatore, gravato da passività non derivate da attività di impresa o professione, può presentare un piano di ristrutturazione del proprio debito. La procedura comporta che il consumatore possa essere ammesso a pagare il proprio debito anche in misura non integrale, a determinate condizioni”.

L’odissea è cominciata nel 2002, quando la donna si vide recapitare un avviso di accertamento sull’anno di imposta del 1996. Le furono contestati 26 milioni di vecchie lire per maggiori redditi non dichiarati. Il ricorso fu respinto, ma lei, all’epoca separata, con due figli a carico e uno stipendio di 1200 euro, non poteva permettersi di pagare. Gli interessi hanno fatto il resto, gonfiando enormemente la cifra: “51 mila euro, più 30 mila di interessi, più 2780 di compensi di riscossione. Nel corso della procedura è lievitato fino a 86.994 euro per il crescere degli interessi”, spiega l’avvocato.

Di qui la richiesta di rateizzazione del debito, che le fu concessa per un ammontare di 1000 euro al mese: poco meno delle sue entrate effettive. Ed ecco che entra in gioco la norma Monti: la donna ha offerto tutto il suo patrimonio, ossia la sua quota della casa di famiglia ereditata dal padre, del valore di 11mila euro e il giudice ha accettato.

Precisa il Corriere:

“A questa procedura possono ricorrere non solo i privati ma tutti i debitori non fallibili dal punto di vista tecnico, quindi anche piccoli imprenditori e professionisti. In questo caso, però, la proposta di accordo comporta il consenso di almeno il 60% dei creditori”.