Rovigo, si impicca a causa della crisi: “Grazie ai miei debitori”

di Andrea Andrei*
Pubblicato il 21 Aprile 2010 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

Dario Brazzo, di 50 anni, è un’altra vittima della crisi, e non solo da un punto di vista esclusivamente economico. Si è sentito sopraffatto dai suoi problemi finanziari a tal punto che ha deciso di togliersi la vita, impiccandosi nel garage di casa sua, a Villadose, un paese di poco più di cinquemila abitanti in provincia di Rovigo. Una zona dell’Italia, quella del Veneto, in cui i soldi non sono mai mancati. Almeno prima della crisi, che continua a farsi sentire pesantemente ovunque.

Ha scelto di morire in silenzio, Dario Brazzo, ma ha voluto lanciare un ultimo, estremo grido di dolore e frustrazione. Ha lasciato scritto un bigliettino in cui chiedeva scusa ai figli per quel suo gesto estremo e “ringraziava” tre suoi debitori che avrebbero dovuto pagarlo da tempo e che sono stati responsabili, con la loro insolvenza, del suo tracollo finanziario.

Brazzo faceva l’imbianchino e aveva una sua ditta, grazie alla quale riusciva a mantenere la famiglia, come afferma il figlio Andrea, di 25 anni: «Mio padre era un gran lavoratore che non ci ha mai fatto mancare nulla». Ultimamente però le cose non andavano più tanto bene. Di lavoro ce n’era sempre meno e spesso accadeva che i clienti ritardassero i pagamenti. Nel giro di poco tempo, a causa della sua situazione economica sempre peggiore, l’uomo è precipitato in uno stato di profonda depressione. Una disperazione che Brazzo ha però sempre portato con sé con grande dignità, tanto che nemmeno i familiari erano al corrente di quello che stava accadendo: «Da due mesi a questa parte si era chiuso in se stesso», racconta il figlio, «Io gli chiedevo “cos’hai papà?”, cercavo di spingerlo a confidarsi, lui però non lo ha mai fatto perché evidentemente non voleva farci pesare questa situazione». È stata proprio la famiglia a scoprire il corpo dell’uomo, appeso senza vita in garage.

*Scuola di Giornalismo Luiss