San Raffaele: ultimatum del pm, piano entro il 15 settembre o fallimento

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

San Raffaele (foto Lapresse)

MILANO – Un ultimatum per il San Raffaele: lo ha dato la Procura di Milano a Giovanni Maria Flick, consigliere di amministrazione del San Raffaele che durante l’incontro in Tribunale ha chiesto tre mesi per presentare un piano di salvataggio. Il pm Luigi Orsi in accordo con il presidente della sezione fallimentare Filippo Lamanna ha dato tempo fino al 15 settembre, altrimenti verra’ presentata un’istanza di fallimento.

Dopo la morte di Mario Cal, braccio destro di Don Luigi Verzè, si addensano sempre più nubi intorno al cupolone dell’ospedale di Milano. C’è una relazione sui conti, quella di Deloitte, c’è un piano di salvataggio, quello messo a punto dallo studio Bonelli Erede Pappalardo e da Borghesi, Colombo e Associati. Il pm Orsi, sulla base della legge fallimentare, ha avviato un protocollo civile per monitorare le condizioni finanziarie del San Raffaele.

Se il nuovo board vuole prendersi tempo per vedere nei conti, il tempo sembra essere l’unica cosa a mancare. Dopo la riunione di metà luglio Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor il presidente Luigi Maria Verzè fondatore del gruppo, ha fatto un passo indietro delegando al vicepresidente Giuseppe Profiti e al consiglio stesso tutti i poteri. Nella scarna nota diffusa al termine della riunione non si fa cenno al piano di concordato preventivo, praticamente pronto per essere asseverato dallo studio La Croce, non si parlava della riorganizzazione societaria, ma il nuovo cda precisava di avere ”la necessità di poter operare una ricognizione degli effettivi dati aziendali e contabili della Fondazione e la valutazione di un piano di risanamento” e, a dispetto di tutte le pressioni esterne, i nuovi consiglieri sono ”fiduciosi di avere il tempo e di essere in grado di portare avanti con serenità l’attività di risanamento”.

Il piano prevedeva – secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi – un aumento di capitale da 200-250 milioni di euro necessario a ripianare le perdite (nel 2010 quelle dichiarate ammontavano a 60 milioni di euro) e a dotare il gruppo ospedaliero di mezzi freschi gia’ a partire dal 2012. Secondo la ricostruzione dei conti fatta da Deloitte i debiti commerciali del San Raffaele sono di circa 600 milioni di euro, mentre è in essere un maxiprestito da 165 milioni di euro della Bei del 2007 per la ricerca e la didattica che in realtà è stato in parte (99 milioni) impiegato per chiudere finanziamenti preesistenti. Dall’analisi dei conti condotta da Deloitte emergerebbero anche ratei passivi sottostimati per 33 milioni, svalutazioni record di 54,9 milioni (al 31 dicembre).