Terremoto L’Aquila, due miliardi dall’Inail ma non sono stati spesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Novembre 2013 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto L'Aquila, due miliardi dall'Inail ma non sono stati spesi

Terremoto L’Aquila, due miliardi dall’Inail ma non sono stati spesi

L’AQUILA – Due miliardi,  due miliardi messi a disposizione dall’Inail per la ricostruzione dell’Aquila e mai spesi. E’ l’ottobre del 2011, quando l’Inail decide di dedicare all’Aquila una parte dei suoi risparmi. L’Inail è uno dei pochi istituti pubblici che chiude i conti in attivo, il surplus, per legge statale, viene girato al Tesoro. Nel 2011 si decide di “investire”, di girare il surplus per la ricostruzione dell’Aquila. Un tesoretto di due miliardi che doveva essere utilizzato per cinque obiettivi: recuperare il centro storico, rimettere a posto le strutture sanitarie, creare un nuovo campus universitario, oltre che per interventi mirati sui beni culturali e sul tessuto urbano. Ma i soldi non sono stati spesi, i due miliardi, come scrive il Corriere della Sera “sono finiti in un labirinto burocratico, fatto di procedure complesse”. “Il risultato – dice ancora il direttore generale dell’Inail – è che a noi non è stato chiesto nemmeno un euro”.

Perché non sono stati spesi?

Il primo peccato è stato originale. Si era previsto che gli interventi dell’Inail potessero avvenire solo nella cosiddetta forma indiretta. E cioè con un lungo procedimento che comincia con il bando, prosegue con le manifestazioni di interesse, per poi passare alla valutazione dei progetti da parte di un advisor e chiudere con l’analisi di compatibilità fatta dai ministeri vigilanti.  Una strada con troppe curve che non ha portato a nulla e che per questo è stata abbandonata. Dagli investimenti indiretti si è passati a quelli diretti, con la presidenza del consiglio e la Protezione civile a seguire l’iter dei progetti che dovevano essere presentati sul territorio. Ma nemmeno un anno fa la Protezione civile è stata completamente ridisegnata, con la riforma voluta dal governo Monti, e di quella funzione di fatto si sono perse le tracce.  Anzi a fine anno 500 milioni andranno in “perenzione”, scaduti come lo yogurt e non più utilizzabili per quello scopo.

Sono passati 1.700 giorni dal terremoto dell’Aquila (più di quanto è durata l’intera prima guerra mondiale) ricorda il Corriere, e quei 2 miliardi sono ancora lì, in quel labirinto di regole complicate e riforme con il buco.