Terrorismo, arrestati in Italia i contatti di Anis Amri, l’attentatore di Berlino. Dicevano: “Tagliare teste e genitali”

di Redazione blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2018 - 07:57 OLTRE 6 MESI FA
terrorismo anis amri

Terrorismo, scoperti contatti in Italia di Anis Amri, l’attentatore di Berlino: 5 arresti

ROMA – Nuovo colpo alla rete dei contatti italiani di Anis Amri, l’attentatore della strage di Berlino avvenuta nel Natale del 2016.

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Questa mattina la polizia, su ordine del Gip di Roma Costantino De Robbio, ha notificato il mandato di arresto a cinque stranieri: il palestinese Abdel Salem Napulsi, già detenuto nel carcere di Rebibbia, e quattro tunisini residenti a Napoli e nel Casertano. Perquisizioni sono tuttora in corso a Latina.

Le accuse nei confronti di Napulsi, secondo gli inquirenti, sono legate alla presunta attività di addestramento con finalità di terrorismo. Una volta radicalizzato, avrebbe studiato video di propaganda riconducibili al terrorismo di matrice islamica, altri che invece hanno fatto pensare alla preparazione di un attentato, come i dettagli pratici per noleggiare un camion.

E poco prima del fermo avvenuto nell’ottobre scorso a Latina durante un controllo antidroga, il 38enne avrebbe cercando di acquistare o noleggiare un mezzo, un modello tipo pick-up o camioncino, adatto a montare armi da guerra. In una conversazione intercettata lo scorso agosto, Napulsi se la prende con gli infedeli occidentali: “Bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via, e colpire (mozzare la testa) e avanti un altro”.

Dall’altro capo del telefono c’è Khazri Mounir, uno spacciatore radicalizzato di Latina: attraverso di lui – secondo gli investigatori – Napulsi manteneva “un collegamento diretto con ambienti riconducibili all’Isis”. Nella telefonata, Mounir recita quello che sembra essere un versetto tratto dal Corano (“Quando incontrate i miscredenti colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati”) e Napulsi replica: “Tagliargli la testa e i genitali!”.

“Si è evitato che dalla fase di radicalizzazione si sfociasse in una attività terroristica. Non c’è alcun elemento concreto che facesse pensare alla preparazione di un attentato ma ci sono elementi che fanno pensare che si stessero preparando a questo”. Lo ha detto il pm Sergio Colaiocco nel corso di una conferenza stampa in Procura a Roma.