Uccise lo stalker della figlia. La rete: “Ha fatto bene. Lasciato solo dallo Stato”

Pubblicato il 18 Agosto 2011 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il popolo del web si schiera con Carlo Nanni, che ha ucciso lo stalker della figlia Stefano Suriano dopo 3 anni di soprusi, minacce e violenze ai danni della ex compagna e della famiglia di lei. La rete ha mostrato solidarietà a Nanni ed i suoi tre complici, ora indagati per omicidio premeditato, ed ha puntato il dito contro lo Stato, incapace di fermare le aggressioni dello stalker divenuto vittima.

Su Il Messaggero tra i commenti alla notizia scrive Remo dk: “uccidere è sbagliato, ma per arrivare a tanto questa famiglia deve aver passato le pene dell’inferno, ed è stata lasciata sola”. Voltan invece si immedesima nei panni di Nanni: “Fosse accaduto a mia figlia…Avrei fatto come il sig. Nanni. A me dispiace che vada in galera…” e ancora angiolino 46 con “io arresterei il giudice che NON lo faceva arrestare e chiudere in cella!!!”.

Anche Maulei giustifica il comportamento di Nanni: “Come condannare una persona che ha subito di tutto in questi tre anni? Uccidere non è mai la soluzione ma se è vero quello che racconta l’omicida di attenuanti ne ha molte……quale padre non difenderebbe le figlie da un pazzo del genere….purtroppo siamo in Italia e il buonismo post 68 ha fatto anche questo….se dopo la prima denuncia lo avessero sbattuto in carcere per 10 anni chissà……magari non si arrivava all’omicidio……oggi ci vuole solo fortuna perché lo Stato non ti difende non ci sono le leggi e la colpa è degli italiani e non dei politici perché se votassimo tutti per chi ci promette leggi dure, severe…..sarebbe un mondo migliore…….”, mentre per senofontea “le leggi italiane…non esistono e spesso non vengono applicate. Ancora più spesso da parte dei giudici ci sta tanta supericialità. Avrei fatto anche io la stessa cosa”.

Zakrello invece scrive: “Un padre, la legge e la colpa. Ha fatto bene? No di certo ma tutti sappiamo che quando uno stalker perseguita una ragazza, spesso una ex, ci sono casi in cui la cosa finisce in tragedia ed allora, visti i precedenti anche del caso in questione (botte e minacce) non mi sento di condannare fino in fondo un padre che ha scelto. Ha scelto “o la figlia o lo stalker”. La colpa principale, comunque, rimane della legge che non prevede detenzione per chi perseguita, costringendo un padre a queste soluzioni esagerate e drammatiche”.

L’efferatezza del delitto, consumato con 7 coltellate alla testa della vittima, si attenua nel cuore della gente a cui è nota la storia di violenze ed esasperazione che ha portato Nanni a sfogare la sua rabbia e la sua paura. Da vittima a carnefice per la giustizia. Da carnefice a giustiziere-quasi-eroe per il popolo del web, che gli ha mostrato solidarietà, quella che lo Stato gli ha negato. Ma l’omicidio commesso in una società civile non può comunque essere considerato un atto eroico, piuttosto è l’azione di un giustiziere, che consumata la sua vendetta rischia di divenire un modello di comportamento negativo.