Lo avevano già sequestrato quattro volte e lo avevano sempre liberato. La tragedia si è consumata al quinto sequestro, quando Luis Francisco Cuellar, governatore dello stato colombiano di Caqueta, si è rifiutato di camminare nella foresta.
Gli uomini delle Farc, terroristi narcotrafficanti – come li definisce il presidente colombiano Alvaro Uribe – lo hanno sgozzato. Gli hanno tagliato il collo per non sparare, facendosi individuare dalle truppe dell’esercito colombiano che stavano battendo la zona.
Cuellar, 69 anni, con gravi problemi di deambulazione, è stato ucciso perchè non camminava. «Mio padre lo aveva annunciato – racconta suo figlio Luis Fernando – che si sarebbe rifiutato di camminare nella foresta. Non ce la faceva».
Cuellar aveva già subito quattro sequestri negli anni scorsi, quando non era ancora governatore. Praticamente conosceva i suoi rapitori che lo hanno prelevato direttamente dalla sua camera in una piccola villa ai margini della selva colombiana nella città di Florencia.
Lo hanno caricato su una camionetta e lo hanno portato via, sparando alla scorta: un agente morto, un altro ferito. Quando sono giunti ai piedi di una montagna lo hanno fatto scendere e gli hanno chiesto di camminare. Hanno incendiato la camionetta per far sparire le tracce. Cuellar si è ribellato. A quel punto lo hanno decapitato.
Il corpo è stato trovato due giorni dopo. Il presidente Uribe ha annunciato la morte del suo governatore e ha promesso qualsiasi sforzo per catturare i sequestratori assassini.