Donald Trump, scandalo finta università: patteggia 25 milioni di dollari

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2016 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump, scandalo finta università: patteggia 25 milioni di dollari

Donald Trump, scandalo finta università: patteggia 25 milioni di dollari

WASHINGTON – Prima di giurare come nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump chiude lo scandalo dell’ormai defunta Università che porta il suo nome, ovvero un ateneo privato che l’imprenditore aveva messo su offrendo corsi e lezioni a caro prezzo con la promessa di rivelare il “segreto del suo successo” ad ambiziosi studenti di business. Una disavventura cominciata molto prima della sua discesa in campo per la corsa alla Casa Bianca e che gli costerà almeno 25 milioni di dollari. A tanto ammonta il risarcimento patteggiato.

La Trump University, che in realtà non forniva alcun titolo di studio, venne citata in giudizio da decine di studenti e nel 2011 finì al centro di un’inchiesta e poi di due distinte “class action” con l’accusa di frode. 

Le vittime sostengono di essere state ingannate dal finto Ateneo nel quale avrebbero dovuto apprendere i segreti del magnate nel campo immobiliare, pagando rette fino a 35mila dollari. Trump ha sempre obiettato che non è stato lui a scegliere i corsi e che le lezioni sono state comunque giudicate come ottime dalle valutazioni degli stessi studenti. Non solo, quando veniva pressato a riguardo, spesso dai suoi rivali durante la campagna elettorale, scrollava le spalle, affermava di non aver alcuna intenzione di piegarsi ad un accordo, che piuttosto sarebbe stato lui a fare causa e che comunque la Trump University avrebbe potuto anche riaprirla un giorno.

Ma dopo l’inaspettato trionfo alle urne, il neo eletto presidente ha tutto l’interesse a chiudere il capitolo, in quanto le cause in corso avrebbero potuto portare Trump a dover comparire in aula per testimoniare. Una delle udienze si sarebbe dovuta tenere il prossimo 28 novembre a San Diego in California, ma l’annuncio dell’accordo, in base al quale tra l’altro non è richiesto che Donald Trump si dichiari colpevole, sgombera il campo da quella che sarebbe stata più di una distrazione durante il delicato periodo di transizione presidenziale.