Cerchi lavoro? Al colloquio devi mostrare il tuo profilo Facebook

Pubblicato il 8 Marzo 2012 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cerchi lavoro? Al colloquio devi mostrare il tuo profilo Facebook. Vuoi giocare a football nel college? E allora devi accettare l’amicizia del tuo allenatore su Facebook. Negli Stati Uniti ormai funziona così. Lo scorso anno il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Maryland, davanti a oltre 2600 candidati da valutare per coprire alcuni posti da sorvegliante, chiese a tutti email e password per accedere alle loro bacheche Facebook. E per controllarvi temperamento e idee dei potenziali dipendenti: sette tra questi infatti non passarono la selezione proprio per via di messaggi di violenza trovati sul social network.

Dopo le lamentele dell’Aclu, questa pratica fu sospesa. Ma ancora oggi, nel corso dei colloqui, questa amministrazione chiede ai candidati di aprire il proprio profilo sul social network e sfogliare davanti agli esaminatori album fotografici, post, link, amici. Mentre qualche mese fa la polizia del North Carolina, nel corso di una selezione per impiegati amministrativi, fece compilare un modulo con i dati chiedendo chiaramente password di accesso a tutti i profili social delle persone candidate, accanto a domande più consuete come il possedere o meno una patente di guida.

Nelle scuole invece gli atleti della Carolina non sono soli: in giro per gli Stati Uniti si segnalano altri casi di controllo dei contenuti riversati online dagli studenti. E se un po’ ovunque è comune la regola non scritta di accettare l’amicizia del proprio allenatore, molte scuole iniziano anche a ricorrere all’uso di società e software specializzati nel monitoraggio dei social media e nella reputazione online, per verificare il comportamento degli iscritti, anche attraverso quel che postano in Rete.

Sempre in tema scolastico, in Minnesota è appena partita una causa, ad opera della Aclu locale, contro una scuola che avrebbe ripetutamente punito una studentessa 12enne per commenti negativi sull’istituto che frequenta. La ragazza infatti avrebbe commentato in malo modo (dal Pc di casa) una decisione scolastica sulla sua bacheca Facebook, e per questo il preside la avrebbe redarguita e punita. Sempre la stessa studentessa, in passato, fu obbligata a consegnare in presidenza le sue password di Facebook, dopo la segnalazione della madre di un compagno, che accusava i due studenti di scambiarsi messaggi sessuali via social network.