Guido Menzio preso per terrorista per una formula matematica

Usa, Guido Menzio, matematico, scambiato per terrorista
Usa, Guido Menzio, matematico, scambiato per terrorista

WASHINGTON – Scambiare una formula matematica per una scritta in arabo e arrestare un professore italiano con l’accusa di terrorismo. E’ quel che è accaduto a Guido Menzio, 40 anni, docente alla Pennsylvania University, negli Stati Uniti.

Menzio è stato fermato e interrogato a bordo di un aereo che stava decollando dall’aeroporto di Philadelphia. Il professor Guido Menzio era a bordo di un volo della Air Wisconsin che lo doveva portare a Syracuse, nello Stato di New York.

La passeggera seduta vicina a lui lo ha visto concentrato nel risolvere un‘equazione matematica e si è insospettita, non immaginando che l’uomo dai capelli ricci neri e lunghi fosse un docente della prestigiosa Ivy League, il network che unisce alcune tra le più prestigiose università americane, da Harvard a Princeton.

La donna ha così passato un foglietto a uno steward lanciando l’allarme. Dopo pochi minuti l’aereo, che si stava dirigendo verso la pista di decollo, è tornato indietro al gate. Il professor Menzio è stato quindi fatto alzare e portato davanti a un funzionario a cui ha potuto spiegare l’equivoco.

Menzio, che ha insegnato anche a Princeton e Stanford, dopo essere stato costretto a lasciare l’aereo ed è stato interrogato. L’economista, riferisce il Washington Post, ha dichiarato di essere stato “trattato rispettosamente” ma allo stesso tempo ha stigmatizzato che “il sistema di sicurezza (che dovrebbe prevenire attentati) non raccoglie informazioni efficientemente” come ha dimostrato il suo caso. Alla fine le autorità si sono scusate con Menzio che è stato autorizzato a reimbarcarsi sul volo.

“Stavo cercando di risolvere un’equazione differenziale legata a un intervento che dovevo tenere alla Queen’s University di Ontario, in Canada”, ha spiegato Menzio, dispiaciuto per il ritardo del volo: “Sarebbe bastato che avessero fatto una rapida ricerca su internet per capire che non ero un terrorista”.

 

 

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