Ior, Caloia e Scaletti indagati per peculato: Vaticano denuncia ex manager

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Dicembre 2014 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA
Ior, Caiola e Scaletti indagati per peculato: Vaticano denuncia ex manager

Lo Ior, banca del Vaticano

ROMA – Angelo Caloia, ex presidente della banca vaticana Ior, e Lelio Scaletti, ex direttore generale, sono indagati per peculato. Il 6 dicembre padre Federico Lombardi ha annunciato che il tribunale del Vaticano indaga sui due ex manager dello Ior e su un avvocato, Gabriele Liuzzo, che avrebbe agito in concorso con loro. Nel mirino dell’accusa di peculato alcune operazioni immobiliari avvenute tra il 2001 e il 2008.

Allora la “banca” vaticana disponeva di un patrimonio immobiliare che valeva circa 160 milioni di euro e che si decise di mettere in vendita. Dalle verifiche interne condotte dall’Istituto dall’inizio dell’anno scorso è emerso che quel patrimonio di immobili sarebbe stato “svenduto“, con la cessione dei beni a prezzi molto bassi e l’applicazione di tariffe per compensi professionali molto alte.

Padre Lombardi, dopo l’apertura dell’indagine da parte del Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano, ha inoltre sottolineato che i conti di Caloia e Scaletti allo Ior sono stati sequestrati:

“Il problema è stato presentato alla magistratura dello Stato della Città del Vaticano dalle stesse autorità dello Ior a seguito delle operazioni di verifica interne avviate lo scorso anno. I conti degli interessati presso lo Ior sono stati sequestrati a scopo cautelativo qualche settimana addietro”.

A denunciare i due ex manage è stato proprio lo Ior, Istituto per le Opere di Religione, che la mattina di sabato ha confermato di

“aver denunciato due ex manager e un avvocato alcuni mesi fa, atto che sottolinea il suo impegno (Ior, ndr) a favore della trasparenza e della tolleranza zero, anche in relazione a sospetti su fatti del passato”.

Le denunce presentate alle autorità vaticane, fa sapere l’Istituto, concernono fatti avvenuti tra il 2001 e il 2008 ed emersi nel quadro del processo di verifica interna avviato dell’istituto all’inizio del 2013.

Secondo l’indagini in corso, in alcuni casi dietro le società compratrici ci sarebbero stati gli stessi Caloia, Scaletti e Liuzzo. Una volta riveduti a prezzi di mercato, quindi molto maggiori, gli immobili avrebbero fruttato, a danno dello Ior, un guadagno di almeno 50-60 milioni di euro.

Tutti e tre gli indagati hanno ancora dei conti allo Ior nei quali, all’atto del sequestro eseguito un mese fa, sono stati bloccati circa 17 milioni di euro, ritenuti dagli inquirenti frutto del presunto peculato nella compravendita degli immobili. Gli investigatori vaticani sono anche alla ricerca del resto dei presunti proventi illeciti e, se sarà necessario, si potrebbe procedere anche tramite rogatoria internazionale con le autorità italiane.

Jean-Baptiste de Franssu, presidente del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior,ha commentato:

“Siamo molto lieti che le autorità vaticane stiano agendo con risolutezza”.