Venti di guerra o bluff? Iran: “Navi davanti alle coste Usa nei prossimi anni”

Pubblicato il 5 Settembre 2012 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA
Habibollah Sayyari (Lapresse)

TEHERAN – Iran da una parte e Israele e Stati Uniti dall’altra: la tensione resta altissima. Ma sono venti di guerra o il solito bluff? L’Iran ribadisce l’intenzione di inviare, nei prossimi anni, navi da guerra davanti alle coste degli Stati Uniti, come reazione alla presenza della Quinta flotta nel Golfo Persico. Lo avrebbe riferito all’agenzia semi-ufficiale Fars, il comandante della Marina iraniana. La quinta flotta Usa, basata in Bahrein, proprio di fronte all’Iran, nell’ultimo mese ha preannunciato manovre navali in grande stile proprio mentre gli Stati Uniti sembrano voler accrescere la pressione militare contro il programma nucleare iraniano sospettato di finalità belliche.

Il progetto dell’Iran era stato annunciato almeno altre due volte e ora il comandante della Marina iraniana, il contrammiraglio Habibollah Sayyari, ha precisato che questi pattugliamenti al largo delle coste statunitensi avverranno ”nei prossimi anni”. Parlando al 31/o anniversario dell’inizio della guerra Iran-Iraq, Sayyari non ha fornito altri dettagli sulla futura operazione.

La Fars ricorda che già in settembre Sayyari aveva annunciato i piani per dislocare navi ”vicino ai confini marittimi degli Stati Uniti” dato che questa e altre ”potenze arroganti” sono ”presenti vicino ai nostri confini marittimi”. Un primo annuncio era stato fatto nel luglio dell’anno scorso.

La Marina iraniana sta sviluppando una propria presenza in acque internazionali da due anni, con missioni nell’Oceano indiano e nel Golfo di Aden per proteggere propri cargo commerciali dall’abbordaggio di pirati somali. Teheran, nel febbraio 2011, aveva anche inviato due navi nel Mediterraneo attraverso lo Stretto di Suez fra le preoccupazioni di Usa e Israele.

Intanto il presidente israeliano Shimon Peres, ha espresso i timori del suo Paese al ministro degli esteri italiano, Giulio Terzi, circa i progetti nuclerari iraniani definiti “il problema più grande”. Le pressioni diplomatiche sull’Iran, ha detto, devono continuare ma bisogna chiarire che “c’è un limite di tempo”.