NEW YORK – Lisa Mehos, ex moglie di un ricco banchiere di Wall Street, ha abortito e per questo non merita di ottenere la custodia dei suoi figli. Almeno secondo il giudice Lori Sattler, una donna, che ha giudicato l’ex marito più idoneo ad occuparsi della prole, nonostante le scappatelle e la condotta irresponsabile che hanno portato alla fine del matrimonio. Lisa e Manuel John Mehos, si sono sposati a New York nel 2006. Lui, 59 anni, è ateo ed è il ricco fondatore e amministratore delegato di Green Bank, una banca con sede a Houston. Lei, 38 anni, è invece cattolica, una carriera nel marketing messa da parte subito dopo la prima gravidanza.
Il loro matrimonio è tristemente naufragato dopo appena 5 anni per colpa dei continui tradimenti di lui. il divorzio, come da copione, si è fin da subito trasformato in un’aspra battaglia legale per l’affidamento dei due bambini. Ma per la giudice Sattler quell’interruzione di gravidanza effettuata dopo la fine del matrimonio è bastata a rendere Lisa una madre “poco affidabile e ipocrita, essendosi definita cattolica”.
Una decisione che ha suscitato non poco scalpore nella progredita e liberalissima New York. Specie se si considera che il banchiere ha candidamente ammesso in aula di aver tradito ripetutamente sua moglie con numerose prostitute e lo scorso dicembre l’avrebbe pure aggredita di fronte ai figli, rompendole un dito e provocandole un occhio nero e un ematoma. Fatti che non sono stati ammessi al processo perché il caso è stato archiviato per mancanza di prove dopo che Manuel John Mehos ha sostenuto che l’occhio nero dipendeva in realtà da un’iniezione di botox.
La giudice Sattler ha scelto di dare ragione a lui e per questo lo scorso agosto gli ha temporaneamente affidato la custodia dei figli strappandoli alla loro madre. Lisa Mehos può ora vederli ogni lunedì e a weekend alterni. Al New York Post ha detto: “Sono divorziata, non sono Madre Teresa. Ho fatto sesso con un uomo che conosco da vent’anni e sono diventata una mamma terribile”.
Per l’avvocato della donna: “È una sentenza che può andare bene in Texas o Mississippi, ma non qui. Credo che, in un caso di affidamento, utilizzare un aborto come arma contro una donna sia un notevole passo indietro per quanto riguarda i diritti delle donne e il diritto di scelta”. E così la pensano i newyorkesi che a maggioranza si sono schierati dalla parte di Lisa: alle udienze un gruppo di attiviste per i diritti delle donne è sempre presente per dare supporto a Lisa, alcune di loro indossano magliette con la scritta “Io ho avuto un aborto”. E pure la stampa locale difende la donna a spada tratta.