Tibet. Almeno 600 arrestati dalla polizia cinese a Lhasa

SHANGHAI – Sarebbero almeno 600 i tibetani arrestati a Lhasa nelle ultime ore del 31 maggio. Lo riferiscono fonti delle organizzazioni che si battono per i diritti dei tibetani. Dallo scorso 27 maggio, quando nella capitale tibetana due persone si sono date fuoco per protestare contro l'occupazione cinese del Tibet, la polizia cinese sta operando azioni continue nella citta', respingendo e rimandando indietro anche i pellegrini che arrivano a Lhasa dalle vicine province.

La strada principale della citta', il 'ring-road' che circonda il Potala, una volta residenza del Dalai Lama, e' vuota e molti commercianti sono stati minacciati di ritorsione dalla polizia se non avessero aperto i loro negozi. Tra i detenuti, anche le donne e gli anziani e la maggior parte di questi e' stata trasferita nel centro detentivo Tsel Gungthang.

Gia' domenica, nell'immediatezza dell'immolazione dei due tibetani, la prima nella capitale del Tibet, la polizia cinese ha dato il via a un repulisti che ha portato all'arresto di quasi 100 persone, al sequestro di telefonini, macchine fotografiche e videocamere, per paura che le immagini dell'immolazione fossero diffuse su internet. Ieri una donna madre di tre figli si e' data fuoco nella regione di Aba, facendo salire a trentotto il numero delle immolazioni dal 2009.

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