Ucciso boss degli scafisti. Da Libia accuse: è stata Italia

Ucciso boss degli scafisti. Da Libia accuse: è stata Italia
Ucciso boss degli scafisti. Da Libia accuse: è stata Italia

ROMA – Salah Al-Maskhout, il principale boss del traffico di esseri umani a Zuwara, in Libia, è stato ucciso venerdì 25 settembre a Tripoli insieme a 8 suoi miliziani.

La notizia arriva da diversi giornali locali tra cui  il sito di Libya Herald. L’uomo, Salah Al-Maskhout, ex ufficiale dell’esercito libico nell’era Gheddafi, è stato ucciso da uomini armati, probabilmente “professionisti”, scrive il Libya Herald.

E su questi “professionisti” monta un piccolo caso. Perché il presidente del Congresso libico (Gnc), Nuri Abu Sahmain, secondo quanto riporta il Guardian, accusa le “forze speciali italiane” di aver ucciso Salah Al-Maskhout, il capo di una milizia di Zuwara considerato vicino allo stesso Sahmain e indicato dai media libici come boss degli scafisti locali.

Dal ministero della Difesa arriva però una secca smentita: “Nessun coinvolgimento di militari italiani nell’uccisione del presunto boss del traffico di esseri umani Salah Al-Maskhout, avvenuta ieri a Tripoli”.

Non a caso il Corriere della Sera sull’omicidio del boss aveva ipotizzato quattro possibili scenari, due delle quali contemplano un ruolo dell’Italia:

1) Azione straniera condotta da piccola unità Nato (in questo caso potrebbe esserci un ruolo italiano).
2) Mossa congiunta di forze locali e occidentali.
3) Agguato da parte di una milizia.
4) Regolamento di conti tra gang.

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