In Onda negli Usa il film su Amanda Knox: tagliata la scena del delitto

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 12:42| Aggiornato il 23 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

LOS ANGELES – Alcuni spezzoni dei tg americani, come in un documentario, ”le voci dei giornalisti”, ”Arrestata in Italia”, ”Omicidio”, ”Un’ingiusta condanna”, ”una città contro Amanda”. Segue una panoramica di Perugia: così si apre l’atteso e discusso film televisivo sull’omicidio della studentesse britannica Meredith Kercher e l’incriminazione della sua coinquilina americana Amanda Knox andato in onda ieri sera in prima serata sul canale Lifetime, nonostante i tentativi dei legali delle due ragazze di impedirne la messa in onda. La scena del delitto è stata però in parte tagliata dopo le richieste arrivate alla produzione del film.

Il film, intitolato Amanda Knox: Murder on Trial in Italy, diretto da Robert Dornhelm e girato a Poggio Nativo, in provincia di Rieti, vede protagonista un cast di rilievo con Hayden Panettiere nei panni della Knox e di Marcia Gay Harden in quelli di sua madre e di un giovane attore italiano, Paolo Romio, in quelli di Raffaele Sollecito, e ripercorre gli episodi che vanno dalla partenza di Amanda Knox per Perugia a quel novembre del 2007, quando Meredith Ketcher, la studentessa inglese, fu stuprata e uccisa nel suo appartamento di Perugia e la Knox accusata dell’omicidio per cui sta scontando la condanna in primo grado di ventisei anni, contro i venticinque comminati al complice Raffaele Sollecito e i trenta a Rudy Guede.

Non solo la ricostruzione del delitto, mai mostrato interamente e solo in forma di ricostruzione o sogno, sfocato e in bianco e nero, ma anche la ricostruzione delle indagini, gli interrogatori per arrivare al processo e alla condanna, della storia d’amore tra Sollecito e la Knox e la difficile convivenza tra la Knox e la Ketcher, in un quadro d’insieme che racconta la vicenda sotto tutti i punti di vista. La scelta di non mostrare per intero e in chiaro la scena dell’omicidio, tra le altre cose, è stata probabilmente una concessione del network alle richieste degli avvocati della difesa e dell’accusa, che per motivi diversi, avevano espresso perplessita’ sull’opportunità di realizzare una pellicola su un omicidio che deve ancora attraversare alcune fasi processuali e temevano che alcune immagini anticipate nei trailers potessero turbare i famigliari delle vittime.

Il regista non ha sicuramente speculato sul sangue o sulla violenza gratuita e presenta al pubblico americano una ricostruzione che non si schiera in maniera palese da una parte o dall’altra ma che racconta in modo abbastanza fedele, con ricchezza di particolari, quanto trapelato dalle indagini, dagli atti, dalle memorie dell’accusa e della difesa, dalle cronache dei giornali, evidenziando sì gli elementi che hanno poi inchiodato i tre giovani, ma anche le contraddizioni principali, legati a un impianto probatorio considerato da più parti non inattaccabile, di una vicenda complessa e che ancora oggi presenta aspetti poco chiari, aspetti che hanno fatto gridare alla persecuzione da parte della giustizia italiana nei confronti di un’innocente cittadina americana.

Con inconsueta imparzialità, se viene sottolineato l’episodio dell’interrogatorio durato tredici ore in cui la Knox dichiarò di essere stata insultata e percossa e durante il quale denunciò il poi rivelatosi innocente Lumumba, dunque la pellicola, mostra entrambe le versioni, sia quella dell’accusa che quella della difesa, argomentando entrambe e pur non condannando la Knox, nemmeno l’assolve limitandosi a raccontare i fatti salienti della vicenda, anche dal punto di vista mediatico alimentando così la doppia immagine della giovane. Da una parte considerata una fredda assassini, mangiauomini e drogata, dall’altra quella una ragazza per bene, sportiva e studiosa. A seguito del film e’ andato poi in onda uno speciale, dove sono stati affrontati gli aspetti giudiziari della vicenda, con interviste anche ai genitori della Knox, approfondimenti sul delitto e sulle indagini che lo hanno seguito e sulle polemiche legate alla presunte percosse e pressioni subite dalla Knox durante gli interrogatori.