Wojtyla in vendita su tazze, biro, sciarpe, calamite, calzini… al gran bazar San Pietro

Karol Wojtyla

ROMA – Ancora pochi giorni e Giovanni Paolo II sarà ufficialmente beato. Per l’evento sono attesi a Roma milioni di persone. Milioni di fedeli che accorreranno dall’Italia e dal resto d’Europa e del mondo per assistere alla cerimonia solenne. Cerimonia in cui si renderà omaggio ad un uomo e a lui si rivolgeranno preghiere. Sa anche un po’ d’idolatria oltre che di cristianesimo, ma Padre Pio insegna… Anche la Chiesa di Roma ha bisogno dei suoi eroi, oltre che dei suoi santi, e allora via con la festa, anche, appena fuori San Pietro, subito assume sapore paganeggiante. San Pietro, qualche metro più la, in via della Conciliazione. La festa la stanno già facendo negozianti, ambulanti e produttori di chincaglierie, oggettistica di dubbio gusto e quant’altro riporti l’immagine del Papa Beato. Senza dimenticare gli albergatori romani che rimasti orfani di ben due ponti, quello del 25 aprile e quello del 1 maggio, complice un calendario infelice, si rifaranno col week end di Wojtyla.

Nella via che porta alla Basilica di San Pietro, dove 50cl d’acqua possono costare anche 3 euro, già da qualche giorno tutto riporta l’immagine di Wojtyla: le T-shirt in vendita a sei euro, i posacenere, i bicchieri, le tazze, i piatti, gli apribottiglie, i ditali per cucito, le biro, i ventagli, le cartoline in dozzine di versioni, le raccolte di foto, le sciarpe, i foulard, le calamite da frigorifero, i tappetini da mouse, gli accendini, i calzini e i quaderni. E ancora i calendari da muro o da tavolo con le foto di Wojtyla, e i poster, e gli album fotografici, e i settimanali con l’inserto biografico, e i patinati monotematici.  C’è anche spazio persino per una statua in polvere di marmo a grandezza naturale (splendida in salotto), un affare da soli ottomila euro.

E se via della Conciliazione ha assunto le sembianze di un bazar già da qualche giorno, questa tendenza con l’avvicinarsi del giorno della beatificazione non farà che estendersi. Ci sono già i maxischermi in giro per Roma. Uno proprio sul colonnato, altri quattro o cinque sparsi per la città, a San Giovanni, a Santa Maria Maggiore, a San Paolo fuori le mura. Mandano in continuazione i filmati centrali di ventisette anni di papato con i sottotitoli in tedesco, spagnolo, inglese e così via. Nella capitale dovrebbero arrivare circa 2 milioni di pellegrini. Due milioni di persone che dovranno bere e mangiare, alcuni anche dormire. E molti di loro saranno ben lieti di portarsi a casa un ricordo della giornata e del papa beato. E se cappelletti, t-shirt e posacenere non fossero sufficienti a soddisfare tutti i gusti, si possono trovare anche, magari sulle bancarelle vicino al Colosseo, tra un David di Michelangelo (che non si è mai capito perché sia in vendita sulle bancarelle romane) e un busto di Totti, monete preziose, medaglie col bassorilievo, il trittico della beatificazione, Wojtyla è ovunque.

D’altra parte il tam tam pubblicitario è molto più che in grande stile. I lampioni della città eterna sono imbandierati con la faccia di Giovanni Paolo II, si era pensato di dirottare in altro loco il concertone del 1 maggio di piazza San Giovanni. Praticamente nessun brand può vantare una promozione simile. E se il Vaticano non è interessato, o non può monetizzare il marchio Wojtyla con le magliette o i cappellini, ma punta invece sul ritorno d’immagine e quindi di forza, ci sono molti altri pronti a non far andare sprecata tanta pubblicità.

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