Benzina: la stangata di Pasqua

Quest'anno un pieno costerà in media 10,25 euro in più rispetto al 2009

La Total aumenta il costo al litro della sua benzina verde e del diesel, le altre compagnie petrolifere non la seguono ma il prezzo unitario alla pompa rimane per tutti i marchi superiore all’1,4 euro; e l’associazione dei consumatori del Codacons parla di maxi-stangata di Pasqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando la benzina costava mediamente 1,214 euro al litro e il diesel 1,074 euro al litro. Un pieno costerà in media 10,25 euro in più.

I prezzi dei carburanti, insomma, salgono proprio in prossimità del fine settimana di Pasqua, la verde è arrivata a 1,422 euro al litro, mentre il gasolio è ormai a 1,25 euro. Livelli su cui si scatena la polemica tra consumatori e petrolieri e che spingono anche il governo ad intervenire, rassicurando sul pieno impegno del ministero dello Sviluppo economico, ormai pronto a varare l’attesa riforma del settore.

«Il confronto con tutte le categorie interessate alla riforma dei carburanti sta giungendo a proposte condivise», sottolinea il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia, spiegando che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di «azzerare entro la fine della legislatura lo stacco speculativo sul prezzo industriale della benzina esistente tra l’Italia e la media dei paesi dell’Unione europea». La riforma, precisa il sottosegretario, intende armonizzare gli interessi delle imprese e dei consumatori rilanciando le liberalizzazioni e puntando in particolare su self e iperself. Per far scendere i prezzi alla pompa Saglia ne suggerisce un incremento fino all’80%.

Le categorie del settore, come ha ricordato il ministro dei rapporti con il Parlamento, Elio Vito, sono impegnate da quasi due anni al tavolo sul mercato petrolifero istituito presso il ministero «per trovare, attraverso il confronto, soluzioni in grado di incidere sulla struttura organizzativa del settore». Tra due degli attori si è però scatenata mercoledì un’accesa polemica che ha visto contrapposti Adusbef e Federconsumatori da una parte e Unione petrolifera dall’altra. Di fronte agli ennesimi rincari (praticati in dettaglio dalla Shell) le due associazioni dei consumatori hanno denunciato per l’ennesima volta «la speculazione» che grava sul settore carburanti e che costa, in base ai loro calcoli, 210 euro l’anno. «La doppia velocità non si smentisce mai», affermano, giudicando del tutto «inspiegabile» come oggi «il prezzo dei carburanti sia superiore di circa 10 centesimi al prezzo di gennaio 2010 (attestato dal Ministero dello Sviluppo Economico), periodo in cui il costo del petrolio era allo stesso livello di quello odierno».

Immediata la replica dell’Up: «le ripetitive accuse di Adusbef e Federconsumatori su presunte speculazioni sui prezzi dei carburanti – sottolineano i petrolieri – sono palesemente infondate e finalizzate esclusivamente ad un facile consenso della pubblica opinione soprattutto nell’imminenza di periodi festivi». Con i consumatori si schiera però la Lega Nord: «L’Up ha perso l’occasione per starsene in silenzio. Sappiamo benissimo – afferma il presidente della Commissione straordinaria per il controllo dei prezzi e delle tariffe del Senato, Sergio Divina – che la benzina e il gasolio, in Italia, sono tra i più cari d’Europa».

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