Co.co.co. e partite Iva, contributi pensionistici restano al 27% anche nel 2013

Pubblicato il 26 Luglio 2012 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I contributi per la pensione di collaboratori e lavoratori autonomi restano al 27% anche nel 2013. L’aliquota doveva essere aumentata da subito, come stabiliva la riforma del lavoro targata Fornero, ma un emendamento contenuto nel decreto Sviluppo ha spostato l’aumento al 2014.

Ne dà notizia il Sole 24 Ore, in un articolo di Giorgio Pogliotti, che spiega: i contributi per contratti co.co.co. e partite Iva rimangono ancorati al 27%. Dunque chi li versa (il datore di lavoro nel primo caso e il lavoratore stesso nel secondo) pagherà anche per l’anno prossimo quello che paga ora (la misura è stata pensata per provare a favorire l’assunzione dei lavoratori precari). Ma contestualmente verrà innalzata l’aliquota contributiva delle altre forme pensionistiche: quindi se un lavoratore si apre parallelamente un fondo pensionistico per i fatti propri (ad esempio presso un’assicurazione) dovrà pagare contributi più elevati.

Anche la prevista “stretta” sui pagamenti ricevuti da queste tipologie di lavoratori è stata “allentata”. Per cercare di aggirare il fenomeno delle “finte” partite Iva (cioè i rapporti “effettivi” di dipendenza mascherati da collaborazione) le regole sono un po’ più “morbide”: ad esempio, per considerare il rapporto di lavoro come “collaborazione coordinata e continuativa”, la durata del rapporto con lo stesso “committente” deve essere superiore a 8 mesi all’anno, ma la regola è valida per 2 anni consecutivi (prima il lasso temporale preso in considerazione era di un anno).

Inoltre, sempre per ottenere lo stesso “status” di collaborazione continuativa, il corrispettivo ricevuto dal committente deve superare l’80%  del fatturato complessivo della partita Iva. Ma non deve superare l’80% per due anni, anche in questo caso non più solo per uno.