Giappone, il sisma si abbatte sull’economia: produzione ai minimi

Pubblicato il 28 Aprile 2011 - 19:42 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Gli effetti del sisma e dello tsunami dell’11 marzo, causa delle devastazioni nel nordest del Giappone, emergono poco per volta: la produzione industriale ha segnato lo scorso mese un tonfo record del 15,3%, peggio del -8,6% di febbraio 2009 nel pieno della peggiore recessione dalla Seconda guerra mondiale, mentre la Bank of Japan (BoJ) ha dovuto oggi tagliare le stime sul Pil nell’anno 2011/12, da +1,6% a +0,6%.

La Borsa di Tokyo, tuttavia, ha chiuso in rialzo dell’1,63%, attestandosi ai livelli più alti dalla tragedia che ha finora registrato circa 26mila tra morti e dispersi e una stima media dei danni pari a 250 miliardi di euro, in scia ad alcune annotazioni positive, anche sotto il profilo societario.

La statistica sulla produzione industriale, infatti, ha menzionato, nel consueto sondaggio condotto tra i grandi player manifatturieri, aspettative di rimbalzo in aprile (+3,9%) e maggio (+2,7%) con gli sforzi della ricostruzione.

Honda Motor, malgrado il comparto dell’auto nipponica abbia subito a marzo un autentico tonfo (-57,3%, per un totale di 404.039 vetture fabbricate), ha limitato l’impatto di marzo (-38% l’utile nel trimestre) annunciando un risultato netto nel 2010/11 in progresso del 99%, a 534,09 miliardi di yen (4,5 miliardi di euro), trainato dalle vendite in Nord America e dalla performance nei mercati emergenti.

Quanto all’esercizio in corso, Honda ha preferito evitare previsioni (lo farà al massimo per metà maggio) a causa delle difficoltà sulla valutazione sullo scenario verificatosi dopo i disastri naturali, con la carenza di componenti.

Fumihiko Ike, direttore finanziario della compagnia, ha ammesso che la prestazione senza precedenti è giunta in una fase ‘sfortunata’ con la Civic appena rinnovata. ”Abbiamo solo circa 40 giorni di inventario della vettura nel Nord America. In tal senso, l’impatto sui volumi di vendita sarà piuttosto grande e i dati del primo trimestre saranno molto difficili”.

Nel piano di previsioni economiche biennali, la BoJ ha ipotizzato un rimbalzo del 2,9% nel 2012 (dal precedente +2%) con la spinta della ricostruzione, mentre l’inflazione nella componente ‘core’ (al netto degli alimentari freschi) sarà in progresso dello 0,7% nell’esercizio in corso e sempre dello 0,7% anche nel prossimo (a fronte, rispettivamente, di +0,3 e +0,6%), alimentando le attese di uscita dalla spirale deflazionistica.

L’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% su base congiunturale a marzo, rimanendo invariato su base annua. Primi segnali, dopo circa due anni, di inversione di tendenza.