Il Fatto Quotidiano: “Mirafiori rischia di chiudere”

Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 22:27 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Vittorio Malagutti scrive sul Fatto Quotidiano che lo stabilimento Mirafiori della Fiat potrebbe chiudere. Lo “storico” stabilimento torinese potrebbe pagare, secondo Malagutti, la scarsa produttività rispetto alle altre fabbriche del gruppo automobilistico.

Spiega Malagutti che, a causa del calo del mercato, Fiat avrebbe perso 210 mila auto in tre anni. E Marchionne ha sintetizzato il concetto: equivale “alla produzione di uno stabilimento italiano”. E tra questi, quello che arranca di più è proprio Mirafiori. Malagutti infatti puntualizza che lo stabilimento torinese dovrebbe chiudere il 2011 con “soli” 70 mila modelli all’attivo. Per questo motivo potrebbe essere il primo indiziato alla chiusura.

Perché, scrive Malagutti, stando alle previsioni negative di Marchionne anche per il 2012, “prima o poi bisognerà tagliare, chiudere una volta per tutte almeno un altro stabilimento dopo quello di Termini Imerese che si fermerà per sempre tra meno di tre mesi”.

“Non è un caso, continua il giornalista del Fatto, che in questi mesi sono tornate a circolare con insistenza le voci di una possibile chiusura di Mirafiori. La produzione dei Suv con marchio Jeep e Alfa Romeo era stata a suo tempo presentata da Marchionne come l’ancora di salvezza per lo storico stabilimento torinese. Ma proprio un paio di settimane fa, l’ipotesi di partenza è stata ridimensionata”.

Infatti, continua Malagutti, “a Mirafiori – si dice adesso in Fiat – è destinato un solo tipo di suv, quello Jeep, e comunque la produzione non comincerà prima della seconda metà del 2013, quindi con un anno di ritardo rispetto agli annunci di partenza. L’orizzonte temporale del rilancio si è quindi spostato ancora più in là nel tempo. E intanto, non si è ancora visto neppure un euro del miliardo di investimenti promesso da Machionne un anno fa. Se poi il suv dovesse davvero approdare a Mirafiori, tutti gli analisti si chiedono come sarà possibile mantenere in attività l’impianto da qui al 2013”.

E poi, insiste Malagutti, “i modelli Idea e Musa, finora assemblati a Torino, usciranno presto di produzione. E i volumi di vendita dell’Alfa Mito non sono certo in grado di garantire l’occupazione degli oltre 5 mila dipendenti della fabbrica torinese”.