Monti taglia la politica: rinuncia allo stipendio e “abolisce” le Province

Pubblicato il 5 Dicembre 2011 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo di Mario Monti ha annunciato l’abolizione delle giunte provinciali, introduzione del “principio di gratuità” per coloro che ricoprono ruoli negli organi territoriali non previsti dalla Costituzione,  la soppressione di Enpals ed Inpdap destinati a confluire nel “SuperInps” e la riduzione di quasi la metà del numero di commissari delle autorità quali Antitrust e Agcom. Ma Monti e i suoi ministri danno per primi l’esempio: il premier non percepirà il doppio stipendio che gli spetterebbe come presidente del Consiglio e ministro delle Finanze: Abbiamo stabilito che il presidente del Consiglio, i ministri e i sottosegretari non parlamentari che siano dipendenti pubblici non conservino l’intera retribuzione in godimento ma il solo trattamento fondamentale, fatti salvi i diritti previdenziali. Chiediamo sacrifici ai cittadini e da parte mia, mi è sembrato doveroso, come atto di sensibilità individuale, rinunciare al compenso da presidente di presidente del Consiglio e come ministro dell’Economia”.

Le Province oggi contano 3246 consiglieri, ma con la manovra Monti l’unica carica esecutiva sarà quella del Presidente della Provincia. Le giunte provinciali saranno abolite in toto, il numero di consiglieri sarà di 10 al massimo e saranno nominato dai consigli comunali e non più eletti. I dipendenti delle province non saranno comunque licenziati, ma spostati alla Regione o ai Comuni. Indicare una stima dei risparmi non è facile, ma con l’abolizione di 29 Province si potrebbero risparmiare dai 35 milioni ai 2 miliardi di euro. Il premier ha spiegato che l’abolizione delle Province richiederà una legge costituzionale, un iter che richiede tempo che il paese non ha ed un abolizione che passerà attraverso tale riorganizzazione.

Comunità montane, Autorità di bacino e simili organi territoriali non previsti dalla Costituzione, dunque considerati solo “a titolo onorifico”, saranno soggetti al “principio di gratuità delle cariche elettive”: non percepiranno stipendi e gettoni coloro che sono stati eletti nei consigli circoscrizionali e nelle giunte che reggono tali organismi. Gli enti locali si preparano così ad un taglio da 5 miliardi di euro.

Enpals e Inpdap, enti nazionali di previdenza per i lavoratori nel mondo dello spettacolo e per i lavoratori della pubblica amministrazione, saranno soppressi e riorganizzati nel “SuperInps” che prevede il sistema contributivo per tutti i lavoratori. Il risparmio con questo taglio sarà di 20 milioni di euro per il 2012, 50 milioni di euro per il 2013, fino a ben 110 milioni di euro nel 2014. I dirigenti dei due enti copriranno una carica analoga nel nuovo Inps previsto dalla manovra Monti, che comporterà dunque un incremento dell’organico esistente.

Le 8 autorità di garanzia invece vedranno i propri commissari scendere da 50 a 28. Agcom passerà da 8 commissari a 4, l’autorità per i contratti pubblici da 7 a 5, quella per l’energia elettrica e il gas da 5 a 3, con stessa sorte per Antitrust e Consob. L’Isvap invece passa da 6 a 3 commissari, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione e la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche passano 5 a 3, mentre la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali passa da 9 a 5.