Mediaset: voci su interesse dei russi, Fininvest smentisce

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

Tornano, rilanciate dal Corriere della Sera, le voci di un possibile ingresso di investitori russi nella compagine azionaria di Mediaset, il gruppo televisivo controllato dalla Fininvest del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi.

Poco dopo, attraverso un portavoce dell’azienda arriva la secca smentita: ”E’ una cosa che semplicemente non esiste”. A Piazza Affari l’indiscrezione scalda il titolo per qualche ora, ma poi complici la smentita e la frenata degli indici, il gruppo di Cologno Monzese lima i guadagni chiudendo comunque in progresso dell’1,29% a 5,1 euro.

Secondo il Corsera Berlusconi ”avrebbe ammesso con i suoi più stretti collaboratori che sta cercando nuovi soci per il gruppo televisivo a cui cedere parte delle sue azioni” e che ”i contatti con alcuni grandi fondi russi starebbero andando avanti da un anno”. L’ipotesi viene letta alla luce degli ottimi rapporti tra Berlusconi e il primo ministro russo, Vladimir Putin. Dall’amico Putin, Berlusconi andrà venerdì 8 ottobre per festeggiarne il compleanno, a meno di un mese dall’ultima visita.

Possibile – il Corsera cita fonti dell’entourage del premier – che si parli anche di affari: ”In ballo ci sarebbe un dossier su Impregilo (+3,48%, miglior titolo a Piazza Affari) ma anche su Mediaset ammette qualcuno a mezza bocca, aggiungendo però che i tempi dipendono dal futuro del governo”.

Non è  la prima volta che sulla stampa si diffonde la voce di un  possibile intervento dei russi per puntellare la compagine azionaria di Mediaset. ”Come il Milan…” aveva ironizzato lo scorso 30 settembre, il presidente Fedele Confalonieri, facendo intendere che le ipotesi fossero ‘aria fritta’ come le voci sulla vendita della societa’ rossonera. Attualmente la compagine sociale di Mediaset vede il 38,6% del capitale controllato da Fininvest. Un altro 3,8% e’ detenuto dalla stessa Mediaset in azioni proprioe mentre tre fondi americani (Fmr, Blackrock e Mackenzie) hanno in portafoglio un altro 7,7%