Pechino. 5 mila mld euro per portare nelle città 400 mln di cinesi in 10 anni

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 07:00| Aggiornato il 31 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO – Mentre la Cina si avvia ad eleggere la nuova leadership, circolano già i piani di sviluppo che nei prossimi anni ne faranno la prima potenza economica mondiale, il primo singolo contributore alla crescita globale. Il più ambizioso di questi progetti, riguarda la volontà di portare stabilmente nelle città 400 milioni di persone in 10 anni.

Uno sforzo infrastrutturale e finanziario di dimensioni mai viste. Basta guardare i numeri. In termini socio-demografici lo spostamento, appunto, di quasi mezzo miliardo di individui. Un investimento da 40 trilioni di yuan, cioè 5 trilioni di euro (5 mila miliardi). Da finanziare attraverso l’emissione di titoli obbligazionari da collocare, almeno in parte, anche all’estero.

Una novità enorme, che porterà a una liberalizzazione del cambio dello yuan, renbimbi. Con il risultato di favorire una maggiore interazione globale, con la fornitura di servizi finanziari agli stranieri che vogliono comprare e tenere yuan. Le prospettive di crescita sono enormi come, però, i rischi di una gestione inefficace del mastodontico progetto. La domanda interna verrà in questo modo incrementata, un’ottima notizia per il resto del globo nel quale si scatenerà una competizione virtuosa per soddisfare il nuovo grande committente.

Il piano mira a far crescere le città più piccole, quelle da uno o due milioni di abitanti, non le metropoli già esistenti come la capitale, Shangai, Chongqing. Attualmente, 200 milioni di persone sono pendolari, fanno la spola tra città e campagne, senza avere quella residenza che consente loro accesso alla scuola per i figli e alla sanità pubblica. Sono emigranti stagionali che devono essere stabilizzati nelle città in attesa di un altro contingente da 200 milioni.

Alla fine del processo, il 70% della popolazione cinese vivrà nelle città. E’ per questo che uno dei rischi maggiori per Li Keqiang, futuro premier e Xi Jinping, leader del partito e capo supremo, sarà garantire riforme e controllo sociale, in un paese dove un enorme proletariato urbano va sostituendo quello contadino.