Il piano casa è un flop: dopo un anno e mezzo solo 2700 richieste in tutta Italia

Il piano casa fa flop. Sarà la crisi economica che certo non fa venire voglia di spendere granchè, saranno le Regioni dai mille regolamenti e dalle tempistiche incerte. Il dato, però, è inequivocabile: a chiedere di  usufruire della possibilità di ingrandirsi l’abitazione, in un anno e mezzo sono stati appena in 2700: una media di 42 in ogni comune. Se poi si considera che gran parte delle domande si concentra in Veneto e Sardegna allora il dato scende ad una media di 20.

Qualcosa, quindi, nonostante da alcuni addetti ai lavori l’idea sia stata definita ottima, non ha funzionato. Secondo Lorenzo Bellicini del Cresme (l’istituto di ricerche che benedisse il piano nella scorsa primavera) “è mancato l’effetto anticiclico sull’edilizia”. La colpa, in primo luogo, sembra doversi ricercare nelle difficoltà attuative a livello regionale. Ci sono alcune città della Calabria, per esempio, dove i criteri per poter usufruire dei piani sono stati appena definiti.

Poi ci sono i vincoli.  Condomini e capannoni sono fuori dai giochi dell’aumento dei volumi. Restano le villette. Ma anche qui non mancano le difficoltà, prima di tutto legate all’efficienza energetica. In Piemonte, per esempio, per fare un ampliamento bisogna ampliare tutto l’edificio: una richiesta sacrosanta che, però, fa alzare i prezzi.

Incidono, sul flop, anche le richieste bocciate: a Bologna 5 su 17, a Sassari quasi il 40%. Le bocciature riguardano edifici frutti di abusi non sanati. Altre volte a bloccare tutto è il posto auto visto che la legge impone un metro quadro di parcheggio ogni 10 metri cubi di aumento.

Peggio ancora vanno le procedure di demolizione e ricostruzione: secondo il tecnico della Finco Angelo Artale, intervistato dal Sole 24 Ore: ” il bonus volumetrico del 35% non è sufficiente a compensare i costi di abbattimento e ricostruzione”.

Va meglio, invece, la semplificazione edilizia prevista dal Dl incentivi, quella che semplifica le procedure di avvio lavori consentendo di saltare il passaggio della Dia, la denuncia di attività edilizia. Il rapporto con il piano casa, infatti, è di 4 a 1.

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