Ue: shale gas dagli Usa e rivoluzione energetica per emanciparsi dalla Russia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2014 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA
Ue: shale gas dagli Usa e rivoluzione energetica per emanciparsi dalla Russia

Ue: shale gas dagli Usa e rivoluzione energetica per emanciparsi dalla Russia

ROMA – Ue: shale gas dagli Usa e rivoluzione energetica per emanciparsi dalla Russia. Si fanno sempre più rapidi e concreti gli avvertimenti politici incrociati tra Mosca e Bruxelles, che nella guerra del gas ha già lanciato da mesi il guanto di sfida annunciando di guardare a Washington e al suo shale (gas di scisto) per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi. Nel momento cui a Shangai Putin firmava con il presidente cinese Xi Jinping l’accordo per forniture di gas da 38 mld di metri cubi l’anno (pari a meno di un terzo dei 133 venduti all’Ue), a Bruxelles si riunivano i ‘big’ dell’energia europea con il presidente della Commissione Ue Barroso, il commissario Oettinger e il premier polacco Donald Tusk per lavorare al piano Ue per la sicurezza energetica.

Questo, in arrivo a giugno, secondo Barroso sarà un “buon pacchetto” che va dalla diversificazione delle fonti all’aumento dell’efficienza energetica. Obiettivo, spingere, sotto la pressione della crisi ucraina, i governi a procedere veloce a una vera politica energetica comune. Da questa potrebbe nascere un’agenzia o un consorzio Ue, come ha proposto Tusk, per l’acquisto collettivo di gas, consentendo così di negoziare prezzi e condizioni da una posizione di forza e ottenere un trattamento uguale per tutti. Oggi, infatti, la stessa Gazprom ha accordi commerciali con i singoli paesi Ue a cui pratica prezzi che variano sino al 40%.

In quest’ottica va visto anche il tentativo di inserimento nell’accordo di libero scambio Ue-Usa di una clausola per la facilitazione dell’export di shale gas, operazione che il viceministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda ha definito “fondamentale” e urgente dopo l’accordo Russia-Cina. Una priorità che non può aspettare i tempi del negoziato e che quindi l’Italia intende accelerare durante il suo semestre di presidenza Ue. Aperto il Corridoio Sud, intanto, il primo gas dall’Azerbaigian arriverà in Europa a fine 2019.

L’Ue, nella strategia in preparazione a Bruxelles, dovrà puntare anche sul gas liquefatto e i terminali Lng, aumentare la produzione energetica europea, sfruttando anche, dove possibile, lo shale Ue, rafforzare i depositi di stoccaggio del gas, completare gli interconnettori e aggiornare le infrastrutture in modo da permettere ovunque il ‘reverse flow’, cioè di invertire la rotta delle forniture. In questa direzione si pensa anche a rafforzare l’attuale Gruppo di coordinamento sul gas per trasformarlo in un meccanismo di solidarietà in caso di emergenze, e ad alzare a 50-60 giorni l’obbligo di riserva di gas attualmente a 30 giorni introdotto dopo la crisi del 2009. “Se c’è la volontà politica, sono sicuro ci saranno grandi progressi in tempi relativamente brevi”, ha detto Barroso. Si vedrà al vertice Ue di fine giugno. Intanto Mosca è avvertita.