Saddam Hussein, cappio impiccagione all’asta per 7 milioni di dollari FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2015 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sette milioni di dollari per un cappio, ma certo non uno qualunque: quello usato per impiccare il deposto dittatore iracheno Saddam Hussein, nel 2006. Tanto è stato offerto per il ‘prezioso’ pezzo di corda, che è custodito da Mowaffak al Rubaie, consigliere per la sicurezza nazionale irachena tra il 2004 e il 2009. La notizia della vendita, non confermata dal governo iracheno, ha suscitato in Medio Oriente una vera caccia al macabro cimelio. A contenderselo ci sarebbero tra gli altri paperoni del Kuwait, Iran e persino Israele. Al punto che, scrive il Washington Post citando la pubblicazione locale Al-Araby Al-Jadeed, al Rubaie avrebbe per ora rifiutato l’offerta di sette milioni, nel tentativo di andare al rialzo.

Al Rubaie, che ha assistito all’impiccagione, in casa ha anche un grosso busto del dittatore, e con un gesto di dubbio gusto gli ha messo intorno al collo il cappio ‘originale’. “Ho pensato fosse giusto – ha detto in un’intervista del 2013 – metterlo intorno al collo della statua di Saddam”. Al Rubaie nella stessa intervista ha spiegato cio’ che ha provato vedendo il dittatore andare alla forca. “Non cercavo vendetta – ha detto – per le tre volte che le sue guardie mi hanno imprigionato e torturato. Speravo che mostrasse un po’ di rimorso per aver ucciso migliaia di concittadini. Ma niente”. Secondo il referto medico redatto da un ufficiale sanitario iracheno presente all’esecuzione, avvenuta il 30 dicembre 2006, Saddam è morto 55 secondi dopo l’apertura della botola. Fu impiccato con una tecnica ‘inglese’, usando una corda di paglia secca col nodo legato al lato della testa, e non dietro, in modo da causare la morte per rottura delle vertebre del collo e non per asfissia. Secondo gli esperti questa tecnica rende meno lunga l’agonia, visto che la morte per asfissia può avvenire anche dopo un quarto d’ora. Saddam fu giustiziato in esecuzione di una sentenza di condanna a morte da parte di un tribunale speciale iracheno, confermata in appello, per crimini contro l’umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo.

Il video con la sequenza dell’impiccagione fino a poco prima dell’apertura della botola è stato trasmesso dai media di tutto il mondo. Il giorno dopo furono diffusi altri due filmati di cattiva qualità. Il primo mostrava il cadavere del condannato parzialmente avvolto in un lenzuolo bianco ma col volto ben visibile, livido e sanguinante, mentre veniva portato via dal luogo dell’esecuzione. Il secondo invece, in cui si sente anche l’audio e ripreso forse con un cellulare mostra l’intera esecuzione.