Scuola Diaz. L’avvocato di Canterini lascia: “No a pubbliche scuse, è una gogna”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Aprile 2013 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Scuola Diaz: non c’è pace, neanche in tribunale. Nella prima udienza la Procura aveva chiesto “maggior rigore valutativo” e il giudice del Tribunale di Sorveglianza “la disponibilità a un pubblico rincrescimento”. Tradotto dal linguaggio giuridico, l’accusa ha chiesto pene più severe e il giudice ha chiesto agli imputati di chiedere pubblicamente scusa. Ricevendo un netto e rumoroso no: l’avvocato Silvio Romanelli, che difende Vincenzo Canterini, l’ex capo della Mobile di Roma condannato nell’ambito dei fatti della scuola Diaz, ha rimesso il proprio mandato in polemica con le richieste avanzate dalla Procura Generale.

Il Pg di Genova, Vito Monetti, nella prima udienza aveva presentato una memoria scritta con la richiesta di un ”maggior rigore valutativo” nei confronti di quei funzionari di polizia che nell’irruzione alla Diaz durante il G8 del 2001 rivestivano ruoli di comando. Alla luce della memoria del Pg, il giudice del Tribunale di Sorveglianza aveva invitato le parti a valutare la disponibilità ad un ”pubblico rincrescimento”.

Canterini prosegue con un difensore d’ufficio: “Niente gogna”. Vincenzo Canterini ”si dispiace di quello che è successo alla Diaz ma non rilascerà pubbliche scuse perché non intende sottoporsi alla gogna in piazza”: queste le parole dell’avvocato Romanelli al termine dell’udienza, quando ha dichiarato di rimettere il proprio mandato.

Niente pubbliche scuse. ”Non siamo d’accordo da un punto di vista giuridico con la richiesta della Procura generale di pubbliche scuse”, ha detto il legale di Gilberto Caldarozzi, Marco Valerio Corini. Secondo Corini, ”la norma che tutela l’eventuale danno di immagine dell’Amministrazione dello Stato è azionabile solo in presenza di alcuni reati tra i quali non figura il falso e un’estensione non è possibile. La discussione non è sul piano etico ma su quello giuridico”.

Il Tribunale di Sorveglianza si riserva la decisione su Canterini e Caldarozzi. Il Tribunale di Sorveglianza di Genova si è riservato di decidere sulle eventuali misure alternative nello sconto della pena per l’ex capo dello Scp Gilberto Caldarozzi e per l’ex capo del 7/o Reparto Mobile di Roma Vincenzo Canterini. I due ex dirigenti di polizia si sono presentati in udienza. Sia al loro arrivo sia al termine dell’udienza non hanno rilasciato dichiarazioni. Il Tribunale di Sorveglianza ha chiesto le pubbliche scuse e il risarcimento del danno.

“Maggior rigore valutativo e pubbliche scuse”: la memoria del Procuratore generale nell’udienza del 10 aprile. Nella prima udienza a Genova del Tribunale di Sorveglianza per 5 dei 17 ex funzionari di polizia condannati a titolo definitivo in Cassazione per l’irruzione alla scuola Diaz durante il G8 del 2001, il procuratore generale Vito Monetti ha depositato una memoria in cui chiede ai giudici ”maggior rigore valutativo” nei confronti di quei funzionari che nell’irruzione alla Diaz avevano funzioni di comando. Il ruolo di coloro che ”rivestivano funzioni apicali” secondo Monetti deve essere valutato con severita’ da parte del Tribunale ”vista l’eccezionale gravità dei fatti”.

Tra coloro a cui il pg fa riferimento, gli ex dirigenti di polizia Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Gilberto Caldarozzi e Spartaco Mortola, tutti condannati definitivamente in Cassazione. Il ”maggior rigore valutativo” chiesto da Monetti non significa automaticamente il carcere. Gli ex dirigenti di polizia potrebbero infatti essere affidati ai servizi sociali, come da loro stessi richiesto. In questo caso il Pg chiede ai giudici di valutare con rigore ”la serietà del progetto rieducativo e la sua coerenza con i valori violati”.

Anche alla luce di questa memoria del procuratore generale, il Tribunale di Sorveglianza ha chiesto alle parti di valutare la disponibilità ad un ”pubblico rincrescimento” per il comportamento tenuto nell’irruzione alla Diaz. ”Potrebbe essere utile che i condannati si dimostrassero dispiaciuti e si assumessero le proprie responsabilità” ha spiegato l’avvocato Piergiovanni Iunca, difensore dell’ex capo della Digos di Genova, Spartaco Mortola. ”Questo – ha aggiunto – potrebbe essere una forma alternativa al risarcimento economico nei confronti del Ministero dell’Interno”. ”Il mio assistito – ha precisato Giorgio Zunino, che con Alfredo Biondi difende l’ex dirigente Pietro Troiani – ha chiarito il suo comportamento assumendosi le sue responsabilità. Non vi è alcun problema a ribadire il suo rincrescimento”.

All’udienza davanti al presidente del Tribunale di Sorveglianza, Giorgio Ricci, si sono presentati l’ex dirigente del Servizio Centrale Operativo, Francesco Gratteri; l’ex capo della Digos genovese, Spartaco Mortola; l’ex vicedirettore dell’Ucigos, Giovanni Luperi; e l’ex dirigente Pietro Troiani. Per loro i giudici hanno deciso di rinviare al prossimo 5 dicembre per acquisire documentazione alla Corte dei Conti.

Il Tribunale intende approfondire le tematiche sul risarcimento danni in riferimento alla quota che ciascuno di loro dovrà versare per il rimborso delle provvisionali, già pagate da parte del Ministero dell’Interno. Ammontano complessivamente a un milione e 395 mila. Il tribunale, poi, intende valutare anche se il comportamento avuto dai funzionari abbia comportato, e in che misura, un danno di immagine per il Ministero dell’Interno.