La Penati-Bersani: strada “storta” comprata da una Provincia

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 28 Luglio 2011 - 15:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una strada che non dovevano imboccare. Il segretario del Pd Bersani se l’è presa con la “macchina del fango”, rea a suo giudizio di aver colpito alcuni esponenti del suo partito anche se, ad onor di cronaca, in questo caso sono delle indagini che li hanno colpiti, più che la famigerata macchina del fango. Ma, almeno nella vicenda di Filippo Penati, si può parlare di una strada che non andava intrapresa, in senso metaforico e non. E fuor di metafora la strada in questione è la Milano – Serravalle, il trafficatissimo nastro d’asfalto che collega Milano alla riviera ligure, diventatato ora il nuovo fronte d’indagine della procura di Monza. Una strada che non collega solo il capoluogo lombardo al Tirreno, ma che potrebbe collegare anche Penati e degli strani affari della Provincia di cui nel 2005 era segretario generale, alla scalata Unipol/Bnl, quella per cui Fassino disse “allora, abbiamo una banca?”.

Il nuovo fronte d’indagine riguarda l’acquisto da parte della Provincia che Penati guidava di una fetta di azioni della Milano – Serravalle. Acquisto insolito per due motivi: primo perché la Provincia già deteneva la quota di maggioranza e quindi non si vede la ragione per cui dovesse acquistare nuove quote. E secondo perché la Provincia in questione pagò le azioni tre volte il valore che avevano solo 18 mesi prima, sborsando 238 milioni di euro. Questo, secondo l’inchiesta, potrebbe aver creato una plusvalenza utile nell’affare Unipol/Bnl.

La vicenda non è nuova, e infatti i pm Mapelli e Macchia hanno chiesto ai colleghi di Milano il fascicolo della vecchia inchiesta aperta dal pm Stefano Civardi prima sul tentato acquisto della azioni da parte della Provincia guidata da Ombretta Colli e poi sulla vendita del 15% delle quote della A7 da parte del gruppo Gavio alla Provincia guidata da Penati, sospettando che l’intera operazione abbia coperto un giro di denari a vari politici non solo del centro sinistra.

All’epoca, cioè nell’estate del 2005, la plusvalenza realizzata con la compravendita da parte dell’imprenditore Gavio fu di ben 176 milioni di euro. Le intercettazioni allora fornirono agli inquirenti uno spaccato avvilente, anche se non furono mai supportate da prove definitive. Nelle conversazioni ascoltate si parlava di “noccioline”, “latte di buona vernice” o “argomenti da portare alla signora”. A giugno 2004 finì sui nastri anche la voce di Bersani che avrebbe fatto da “ponte” tra Gavio e Penati. I due, l’imprenditore e l’ex segretario generale, si sarebbero poi sentiti e incontrati in un albergo romano. Dopo quell’incontro si trovò l’accordo per la compravendita. La Provincia, pur detenendo già la quota di maggioranza della suddetta autostrada, spese ben 238 milioni di euro per acquistarne un’altra fetta, pari al 15%. Le azioni vennero pagate 8.93 euro ciascuna dalla Provincia a Gavio che le deteneva, a fronte dei 2.9 euro l’una spesi dall’imprenditore appena un anno e mezzo prima. E Gavio, dopo aver concluso un vero e proprio affarone, decise di investire 50 dei 176 milioni guadagnati nell’acquisto dello 0,5% della azioni della Bnl, affiancando così Consorte, l’allora presidente Unipol impegnato nella scalata.

I magistrati vogliono ora capire se l’acquisto delle azioni della Milano – Serravalle abbia a che fare con la scalata Bnl o se, invece, Gavio decise di reinvestire i suoi guadagni casualmente in quella operazione. Un dubbio su cui anche Bersani dovrebbe e potrebbe far chiarezza. Perché si decise di acquistare quelle azioni? In questo caso le risposte, meglio delle querele, servono a ripulire dal fango citato dal segretario Pd. Ma fuori e al di là di ogni sospetto forse infondato, resta una domanda a cui Bersani non risponde, domanda che anzi Bersani nemmeno si pone: ma perché mai un’amministrazione Provinciale, anche se onesta e pulita, s ingegna e si impegna a comprare un’autostrada? Davvero questo fa parte dei compiti della politica? O la politica, anche se dalla mani pulite, le mani dovrebbe tenerle fuori e lontane da ciò che non le compete?