Berlusconi: non escluso il carcere. E Matteo Renzi che fine farà?

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 9 Aprile 2014 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: non escluso il carcere. E Renzi che fine farà?

Berlusconi in tribunale (foto Lapresse)

ROMA – Inutile girarci intorno. Il destino delle tanto attese grandi riforme costituzionali di Renzi dipendono dalle sorti giudiziarie di Berlusconi il quale ha già fatto sapere che il prezzo da pagare è quello della sua agibilità politica, come pudicamente definisce la sua pretesa di impunità.

I numeri sono numeri e per quanto la ministra Maria Elena Boschi si sbracci per far credere che esiste un piano B per supplire ai voti di Forza Italia, quelli necessari a portare a casa le riforme agognate sono veramente tanti, vista la maggioranza qualificata richiesta per realizzarle.

Ancora una volta il destino del Paese si gioca sulle sorti giudiziarie dell’ex Cavaliere, il quale giovedì dovrà comparire davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano ove verrà definito l’epilogo della sua peraltro non unica nè ultima vicenda giudiziaria.

Indiscrezioni prontamente e spesso inopportunamente riprese dagli organi di stampa e di televisione , sbandierano ai quattro venti che l’alternativa posta al Tribunale di Milano sia quella tra la detenzione domiciliare e la meno afflittiva sanzione dell’affidamento ai servizi sociali.

Questa , dicono, la sola decisione che i magistrati meneghini dovranno prendere.

Asserzioni tecnicamente imprecise dato che in realtà la norma contenuta nella legge ex Cirielli, che ha introdotto la cosiddetta detenzione domiciliare anagrafica, prevede che si possa e non che si debba concedere il beneficio della detenzione domiciliare all’ultra settantenne, con ciò non escludendo il più antipatico epilogo in vinculis delle sorti del condannato.

Del resto, come testimoniano le cronache giudiziarie, Berlusconi non sarebbe l’unico detenuto della terza età in galera.

Che poi la ex Cirielli abbia imposto ai Tribunali di Sorveglianza di valutare più che la scelta del mezzo più idoneo alla rieducazione del condannato, la sua pericolosità sociale, non è altro che la testimonianza dell’astrusità di una legge del tutto fuori dalla logica dal sistema penitenziario, che impone quella duplice valutazione ai fini della concedibilita’ di qualsivoglia beneficio.

Diversamente, dato il contegno successivo al reato tenuto da Berlusconi, sarebbe stato difficile per lui sperare di evitare il carcere.

Concludendo, dovendosi escludere che Berlusconi abbia nel prossimo futuro quell’agibilità politica necessaria ad evitare il default del suo partito che si profila all’orizzonte, quale è l’interesse che avrà a mantenere in vita il governo? E se fa mancare i numeri per le riforme quale sarà il senso del governo Renzi come dice lui stesso ? Ed allora, andremo a votare, ma senza riforma elettorale, la grande assente ed unica necessaria delle “grandi riforme ” che un parlamento screditato e delegittimato dalla Corte Costituzionale e dei governi cui ha dato la fiducia non è riuscito a fare.